IMMIGRAZIONE
Migranti, il card. Zuppi: «Lo stato d’emergenza dichiarato dal governo? Semmai solo a Lampedusa»
Il presidente dell Conferenza episcopale italiana non nasconde la delusione per le politiche del governo sui flussi migratori
«Stato di emergenza? La vera emergenza è Lampedusa da mesi, dopodiché può essere che servaper dare davvero delle risposte definitive ma emergenza è un fenomeno molto maggiore di questo». Lo ha detto il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) intervenendo alla presentazione del Rapporto Astalli sui rifugiati ricordando il numero di sbarchi ben maggiore negli anni passati. Per quanto riguarda le restrizioni alla protezione speciale, ha osservato: «Allora facciamo bene quella normale».
I numeri
«A vedere i numeri direi di no, basta anche fare dei confronti con momenti in cui c’è stato un afflusso enormemente superiore, credo che nel 2011 il governo Berlusconi dichiarò l’emergenza, da allora anche in situazioni con più di 170mila ingressi l’anno come nel 2014, non è stata dichiarata l’emergenza», Ha spiegato Zuppi rispondendo a una domanda diretta se ci sia, a suo avviso, una emergenza tale da dichiarare lo stato di emergenza.
«La vera emergenza è Lampedusa – ha sottolineato-, anche lì potremmo dire un’emergenza sempre relativa perché se il Papa dieci anni fa c’è andato è difficile dire che è un’emergenza nel senso che è uno tsunami che arriva improvvisamente. Più facile che si voglia prendere la situazione per cercare di risolverla, diciamo così, per trovare uno strumento per provare a risolverla e questo direi che è una lettura evidentemente positiva, e tutti quelli che si occupano di questo, dalla Caritas, all’Astalli, a Sant’Egidio sono quarant’anni che spiegano che c’è un’emergenza, è uscito anche più di un libro. Allora – ha proseguito- io mi auguro che gli strumenti non siano da emergenza, insisto l’emergenza vera è Lampedusa per il resto c’è da fare delle scelte che guardino avanti, allora se dici, mi serve un periodo per fare questo, benissimo. Però ci sono delle scelte contenute nel decreto, che non è d’emergenza, che forse vanno viste in una visione che finalmente dovrebbe uscire dall’emergenza, e l’ho messa molto bene diciamo».
Le vie legali d’ingresso
Padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, ha detto di “non nascondere la delusione e l’amarezza per la decisione del Governo di dichiarare lo stato di emergenza” sul fronte migranti. “Che dire? Ci sono nuovi arrivi? No. Servono politiche umane sull’immigrazione. No a politiche senza futuro. E’ diventato urgente sistematizzare le vie legali di ingresso”.
«Nel 2022 – ha spiegato – non solo non abbiamo creato alternative ma sempre più spesso abbiamo ostacolato chi fugge. Molti di questi migranti sono bloccati alle frontiere dell’Europa: in Libia, in Turchia, e ora ci prodighiamo perché questo avvenga in Tunisia. E questo non fa altro che ritardare e rendere più pericolosi i viaggi (la tragedia di Cutro è solo uno degli ultimi drammatici esempi)». «Ecco perché- ha sottolineato padre Ripamonti- siamo molto preoccupati per l’intenzione di restringere di nuovo le maglie di alcune tipologie di permessi o pensare di abrogarne altri, perché questo creerebbe altra marginalità».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA