L'intervista
«Le corse clandestine? Usate per investire i soldi delle cosche»
L'investigatore dei carabinieri spiega il fenomeno in espansione
Nel corso dell’ultimo anno i carabinieri hanno denunciato 26 persone, sanzioni per 73mila euroLe strade dell’Etna sono tra le più gettonate per le sfide dei fantini. Tra Belpasso a Nicolosi, almeno una volta al mese, si svolge una corsa clandestina di cavalli. Lo sa bene il capitano Gianmauro Cipolletta, comandante della Compagnia dei carabinieri di Paternò che nell’ultimo anno ha svolto diverse operazioni riferenti proprio a questo fenomeno criminale che è estremamente collegato e contiguo alle dinamiche dei clan mafiosi. Anche in considerazione del giro vorticoso di soldi delle scommesse clandestine.
Capitano, partiamo dai risultati.
Nell’ultimo anno abbiamo 26 denunciati, di cui otto contigui o con precedenti per mafia, e 8 cavalli sequestrati. Abbiamo elevato illeciti amministrativi per 73 mila euro di sanzioni. I reati contestati sono diversi. Partiamo dal maltrattamento di animali che contestiamo quando troviamo stalle con cavalli maltrattati o sottoposti a cicli di farmaci di natura dopante o ancora sprovvisti del microchip. Invece quando riusciamo a interrompere una gara clandestina subentra il reato del divieto di combattimento tra animali.
Quando e dove avete interrotto la corsa clandestina?
L’abbiamo interrotta sulla Sp92 a Nicolosi a settembre 2022. In quel caso abbiamo deferito 9 soggetti, 4 erano contigui a clan mafiosi di Adrano e Biancavilla. Questo a dimostrazione dell’interesse della criminalità organizzata in questo tipo di competizioni clandestine.
Perché questo interesse?
La criminalità organizzata ha un interesse importante per le alte poste in palio: le scommesse clandestine. Nell’ultima corsa noi avevamo accertato che il giro di scommesse ammontava a 200mila euro. Cifra molche poi viene spartita tra gli organizzatori. Le corse clandestine rappresentano da un lato emblema di controllo del territorio e anche una forma di reinvestimento di capitali illecitamente conseguiti. L’interesse è trasversale per tutti i clan mafiosi, dai Santapaola-Ercolano ai Laudani.
Le zoomafie creano mercati neri paralleli?
I cavalli sono sottoposti a sostanze dopanti molte volte di importazione estera e quindi sono farmaci illegali. Questo oltre a integrare il reato di maltrattamento di animali è preoccupante perché crea un mercato parallelo di farmaci illegali.
Come operate per contrastare questo fenomeno criminale?
Noi lavoriamo su due direttrici: la prima è quella di cercare di interrompere le gare, la seconda è l’attività di controllo sul territorio con le perquisizioni nelle stalle.
Molte gare finiscono sui social.
La subcultura criminale si esplica spesso anche nella pubblicazione di video. Dal monitoraggio web riusciamo a trarre anche input investigativi. A maggio del 2022 a seguito di un monitoraggio di una gara clandestina su tiktok, abbiamo esteso la perquisizione a una stalla rinvenendo a un soggetto “contiguo” una pistola semiautomatica, cartucce calibro 44, farmaci veterinari e tre cavalli.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA