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Lampedusa, il sindaco (leghista) accusa: «La mia isola dimenticata»

Filippo Mannino: «Qualunque mio appello resta ascoltato. I morti sono talmente tanti, la frequenza quasi quotidiana: evidentemente si è perso pure l’aspetto emozionale»

Di Redazione |

«Sono stati ripescati dei cadaveri, servono le bare». Quasi quotidianamente il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, riceve a qualsiasi ora del giorno e della notte questo genere di telefonate.

Comunicazioni alle quali, nonostante abbia già accolto 52 salme da quando lo scorso giugno è diventato sindaco, non si abituerà mai. L’ultima chiamata ieri, in prima serata, dopo il doppio naufragio in area Sar maltese.

E Mannino, in fretta e in furia, ha preso il primo aereo utile per rientrare a Lampedusa. Era partito in tarda mattinata, dopo essere stato a molo Favarolo dove si susseguivano gli sbarchi e, vedendo tanti bambini in attesa dell’autobus che li portasse all’hotspot, ha preso dei sacchetti di caramelle che aveva in macchina, comprate per i nipotini, e le ha distribuite ai piccoli migranti.

Ma prima era stato anche all’hotspot di contrada Imbriacola dove, con quasi 2.500 ospiti, l’emergenza è scontata.

«Si sta ripetendo la stessa identica situazione di qualche settimana fa. Qualunque mio appello resta ascoltato. I morti sono talmente tanti, la frequenza quasi quotidiana: evidentemente si è perso pure l’aspetto emozionale» dice Mannino, mentre continua a fare la spola dal molo Favarolo al molo commerciale e dal Comune alla camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana dove si trovano le otto salme dei migranti morti ieri dopo i naufragi.

«La mia isola è stata dimenticata. L’Europa e l’Italia devono prendere coscienza del fatto che nel Mediterraneo è piena emergenza, ci sono donne, bambini e uomini che continuano a morire, serve una Mare Nostrum europea, con il coinvolgimento di tutti i Paesi e di tutti i porti a disposizione» sottolinea il sindaco delle Pelagie.

«Per Lampedusa – aggiunge – serve subito una nave umanitaria che faccia da spola tra l’isola e la terraferma per il trasferimento immediato dei migranti. L’hospot dell’isola non può sopportare tutto questo, non può ricevere tutta questa marea umana».

Lampedusa continua, di fatto, a fare quello che ha fatto negli ultimi 30 anni, ossia salvare vite umane. «E dare dignità all’Europa intera che continua a guardare inerme – evidenzia, con sconforto, Mannino – . Il mondo intero dovrebbe essere grato per quello che fa questo piccolo quartiere di Bruxelles perso in mezzo al Mediterraneo. Abbiamo fatto dell’accoglienza un valore aggiunto e non ci tireremo indietro, nonostante le tantissime difficoltà che quotidianamente viviamo, fino a quando sarà necessario».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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