giornata mondiale dell'acqua
Nuove opere e reti digitali per opporsi alla siccità
Siciliacque prosegue gli investimenti sulle infrastrutture. Verso un software unico per il controllo da remoto dagli impianti
Fronteggiare la crisi idrica che negli ultimi anni, alla luce dei cambiamenti climatici, si presenta sempre più minacciosa, investendo su nuove infrastrutture, digitalizzando le reti e continuando a ridurre le perdite. Questi gli obiettivi di Siciliacque, gestore idrico del sovrambito sul territorio regionale, che in occasione della “Giornata mondiale dell’acqua” istituita dall’Onu, evidenzia i passi in avanti compiuti nella manutenzione di acquedotti, dighe, sorgenti e pozzi, in un contesto condizionato dalla scarsità idrica.
Le poche piogge cadute nell’ultimo trimestre del 2022 e nei primi mesi di quest’anno, infatti, hanno ridotto i livelli d’acqua anche negli invasi gestiti da Siciliacque.Nel lago Fanaco ad esempio ci sono 10,9 milioni di metri cubi (erano 19,2 milioni a febbraio 2022): poco più della metà della capacità totale. Nell’invaso di Piano del Leone la quantità d’acqua è di 3,6 milioni di metri cubi su una capacità di 4,1 milioni, mentre l’anno scorso i livelli erano al massimo. Dall’Ancipa e dalla diga Garcia, da cui Siciliacque compra acqua che viene immessa in rete, c’è stata sì una diminuzione ma in linea con le previsioni.
Complessivamente in Sicilia si registra una situazione migliore rispetto al Nord Italia, dove la siccità sta mettendo in ginocchio interi territori. Insomma, se la siccità c’è un po’ ovunque, a fare la differenza è la resilienza del sistema idrico. Nel caso di Siciliacque quello di grande adduzione: quasi 2mila chilometri di rete costituita da 13 sistemi acquedottistici interconnessi, che trasportano 69 milioni di metri cubi annui d’acqua potabile fino ai serbatoi comunali.
«Grazie alle somme investite in questi anni – dicono i vertici di Siciliacque – abbiamo recuperato tante risorse idriche e ridotto le perdite. Ecco perché in assenza di piogge nei prossim mesi siamo ragionevolmente fiduciosi per questa estate e, almeno per gli impianti di nostra competenza, di poter contenere i disagi che deriveranno dalla carenza d’acqua rispetto all’anno scorso. È comunque necessario che i cittadini usino l’acqua in modo responsabile per cercare di risparmiare una risorsa che purtroppo scarseggia».
Dal canto suo, Siciliacque (società a capitale misto pubblico-privato) – dopo aver attraversato la tempesta dei rincari dell’energia elettrica, con costi passati dagli 11 milioni del 2021 ai 25 milioni del 2022 – sta spingendo il pedale dell’acceleratore sulla digitalizzazione degli impianti e sui progetti finanziati dal Pnrr. Entro i prossimi due anni si completerà il revamping del sistema di automazione e l’azienda potrà utilizzare una piattaforma informatica unica per la gestione delle infrastrutture.
Una svolta sul fronte della digitalizzazione, che non solo permetterà di controllare da remoto tutti gli asset, impianti di potabilizzazione e stazioni di sollevamento, ma di avere anche informazioni continue dalla rete d’adduzione. Un’interfaccia uomo-macchina che consentirà, tra l’altro, un’ulteriore riduzione delle perdite (già scese in questi anni di gestione dal 30% a circa il 15%) e l’ottimizzazione dei consumi, in particolare di energia elettrica.
Oggi i siti gestiti da Siciliacque hanno sistemi di automazione diversi che, nel giro di due anni, diventeranno un unico “network intelligente”. Un progetto ambizioso, con costi rilevanti – 15,9 milioni, di cui 7,4 a valere sulla programmazione europea – che guarda all’efficientamento energetico, alla transizione digitale e alla sostenibilità ambientale. Un valore quest’ultimo, che è sempre stato nel dna dell’azienda. Siciliacque infatti sin dal 2009 pubblica il proprio bilancio di sostenibilità e dal 2018 si è dotata pure di un piano strategico della sostenibilità, nel solco degli obiettivi previsti dall’Agenda Onu 2030.
Entro il 30 settembre di quest’anno, inoltre, dovranno essere aggiudicate definitivamente le opere finanziate col Pnrr; mentre i lavori si dovranno completare entro il 31 marzo 2026.Stiamo parlando del nuovo acquedotto Marsala-Mazara-Petrosino, del raddoppio del secondo tratto dell’acquedotto Garcia e dei serbatoi d’accumulo a servizio dei sistemi acquedottistici Garcia, Montescuro Ovest e Favara di Burgio (tra loro interconnessi), concepiti per evitare interruzioni nell’erogazione dell’acqua in caso di guasti o interventi di manutenzione.
«Tre grandi opere, del valore di oltre 100 milioni, tutte progettate dalla struttura tecnica interna di Siciliacque, che rappresentano un’occasione unica di sviluppo infrastrutturale per il sistema idrico siciliano», conclude l’azienda.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA