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Elezioni Catania, Schifani “mediatore” nel Centrodestra ma «sul candidato sindaco decidono Meloni e Salvini»

La città potrebbe rientrare nell'election day con il voto allineato alle amministrative nazionali i prossimi 14 e 15 maggio. Il presidente della Regione Sicilia e leader forzista si batterà per l'unità della coalizione

Di Mario Barresi |

Hanno un effetto benefico, su Renato Schifani, i weekend sotto il Vulcano. Lui ci ha preso gusto, “coccolato” dai deputati e amici etnei, fra riunioni politiche e incontri ufficiali. «Ho superato le turbolenze della formazione della giunta e il  successivo assestamento, ma adesso, votata la manovra all’Ars,  comincia il bello: la fase delle scelte forti di governo e dei rapporti istituzionali», scandisce ieri pomeriggio in visita alla nostra redazione. Il governatore si dice «confortato» dall’incontro con Sergio Mattarella che gli ha espresso «apprezzamento» su alcune ultime iniziative, fra cui il ripristino delle Province e la legge sulla povertà, «con la decisione di assegnare i fondi direttamente alle realtà in prima linea nell’assistenza».

Dal Quirinale alla Baia Verde è un attimo. Nel quartier generale dei giorni catanesi, ieri sera un incontro con Raffaele Lombardo («infondate le voci di contrasti con lui e con gli Autonomisti»), chiacchierando di Regione e scenari etnei. Schifani sarebbe «lieto» se il leader alleato uscisse con un’assoluzione definitiva dal processo per concorso esterno alla mafia (il 7 marzo udienza in Cassazione), ma nel frattempo lo rassicura su una questione di tutt’altra natura, come la sorte dei 333 dipendenti di Pubbliservizi, dopo il crac della partecipata della Città metropolitana. «La vertenza sarà sul tavolo del governo regionale».

Ovviamente con Lombardo (ma non soltanto con lui) l’argomento-clou è il voto del 28 e 29 maggio. Che – a Catania e negli altri 128 comuni siciliani – potrebbe essere anticipato, per allinearlo al 14 e 15, probabili date delle Amministrative a livello nazionale. «Siamo ancora in tempo per far rientrare la Sicilia nell’election day», la linea di Schifani, che lunedì chiederà conferma al sottosegretario alla Presidenza, Alfredo Mantovano, sulle intenzioni del governo. Eppure, molto più che il calendario, a Schifani preme che «il centrodestra arrivi compatto» a partire dalle sfide nei capoluoghi. Sorride sornione, quando gli si ricorda l’appellativo di «commissario tecnico» della coalizione. «È il primo test importante dopo la mia elezione e tengo molto a confermare un assunto chiaro: se andiamo uniti, non ce n’è per nessuno». La mediazione più complicata è proprio quella catanese. Con la deputata leghista Valeria Sudano in rampa di lancio e i dirigenti di FdI impegnati nelle consultazioni (interne, ma anche con gli alleati) per misurare il gradimento di  Ruggero Razza e Sergio Parisi. Il governatore ufficialmente smentisce le voci di chi lo vorrebbe, anche per una questione di riequilibrio dei rapporti con i leader alleati, più favorevole all’opzione Sudano, soprattutto se la scelta di FdI fosse troppo legata a esponenti siciliani    non proprio in feeling con Palazzo d’Orléans. «Mi batterò fino alla fine, nell’ambito del mio ruolo, affinché ci sia un candidato unico, vincente sicuro al primo turno. Così evitiamo  brutti scherzi al ballottaggio, uno scenario a cui non credo, in cui, ad esempio, Enzo Bianco potrebbe diventare comunque competitivo». Schifani non ne fa una questione di nomi: «Chiunque sarà il candidato, anche se dovesse essere uno per cui dovrei turarmi il naso, dovrà avere l’appoggio, totale e leale, di tutti». Anche perché il presidente della Regione è certo che «la scelta su Catania la faranno i leader nazionali di FdI e Lega». Schifani, che ostenta «ottimi rapporti sia con Matteo sia con Giorgia», si rende disponibile per il ruolo di mediatore «per evitare fughe in avanti e spaccature».

Ma quello che lo sta impegnando (e forse divertendo) di più nel tour catanese è il ruolo di leader forzista di fatto. Venerdì l’incontro con la classe dirigente locale del partito, per fare spogliatoio alla vigilia della campagna elettorale anche con i delusi dell’Ars: «Sono tutti motivati e coinvolti, da Tomarchio a Papale e Villardita: contribuiranno anche loro a fare delle liste forti,  puntiamo a un risultato a doppia cifra. Se no me la prendo con voi due…», dice rivolto a Marco Falcone e Nicola D’Agostino che lo accompagnano a La Sicilia. Ed è la visione plastica della strategia, silenziosa quanto efficace, di Schifani dentro  Forza Italia: l’assessore regionale più vicino a Nello Musumeci e il deputato ex miccicheiano uniti sotto l’ala protettiva di Renato il moderato. Che concede loro pure la par condicio dei carnevali: visita istituzionale al più blasonato di Acireale (dove D’Agostino ricandida Roberto Barbagallo), ma anche a Misterbianco, amministrata dal falconiano Marco Corsaro. Resta la questione più delicata: chi farà liste e trattative per Forza Italia? «Sarà fatto tutto al meglio», risponde sibillino il governatore scambiandosi uno sguardo d’intesa con Marcello Caruso, suo uomo-ombra. «Tutto nel rispetto degli equilibri interni al partito e senza invasioni in casa degli alleati».

Anche per scongiurare conseguenze negative sul governo regionale. A maggior ragione dopo aver superato la crisi legata al caso Cannes. «Vi ringrazio per aver portato alla luce, con la vostra inchiesta giornalistica, una situazione di cui non mi sarei accorto», afferma il governatore nel colloquio in redazione. Dicendosi «certo delle motivazioni oggettive della revoca» sul progetto da 3,7 milioni, ma altrettanto della buona fede dell’assessore Francesco Scarpinato: «Lo conosco da quando era un giovanotto dell’area Alfano». Il punto dolente, allora, sta altrove. Magari nelle scelte precedenti e soprattutto nelle stanze della burocrazia. «Vi sarete accorti – ricorda con un esplicito sorriso – che nelle scelte dei nuovi dirigenti generali nulla è stato lasciato al caso…». Al Turismo e non solo, anche perché il governatore  non può più permettersi il «non ne sapevo niente» di fronte al prossimo caso nascosto nei cassetti della Regione. Anche per questo, giusto per fare un altro esempio, Schifani ha chiesto «un’accurata relazione» sulle gare del servizio di trasporto pesante per le isole andate deserte, stoppando al momento l’affidamento diretto. Con lo stesso spirito il nuovo dossier caro-voli, aggiornato con i prezzi sotto Pasqua, da sottoporre all’Antitrust a cui ha già denunciato il «cartello» Ita-Ryanair sui voli da e per la Sicilia. Schifani si dice «molto soddisfatto del lavoro, svolto in operoso silenzio, per avere un terzo vettore che stimoli la concorrenza». Dubbi sull’affidabilità di AeroItalia? «Nessuno: hanno gli slot e stanno comprando nuovi aerei».  Twitter: @MarioBarresiCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA