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Duplice omicidio e suicidio a Riposto, l’assassino era fuori dal carcere per una licenza premio

Salvatore La Motta, detenuto in regime di semi-libertà, fratello di un boss del clan Santapaola-Ercolano, ha ucciso Carmelina Marino, 48 anni e Santa Castorina, 50 anni. Oscuro il movente

Di Mario Previtera-Carmela Marino |

Alle 9 del mattino ne ha uccisa una. Poi, spostandosi con l'auto, alle 10, un'altra. Salvatore La Motta, 61 anni, ergastolano in semilibertà dopo una condanna per associazione mafiosa e per un omicidio commesso prima del 2000  stava scontando la condanna nel carcere di Augusta, ha ucciso a Riposto due donne: Carmelina Marino, 48 anni, e Santa Castorina, 50 anni.

Poi si è presentato davanti alla caserma del Comando locale dei carabinieri e anziché entrare dentro, nonostante i militari gli avessero intimato di riporre l'arma che aveva in mano, ha deciso di uccidersi a sua volta con un revolver calibro 38, probabilmente la stessa rivoltella utilizzata per assassinare le due donne.

Le vittime sono state raggiunte, la Marino, lungo il Lungomare Pantano dove la donna si trovava con la sua auto, una Suzuki Ignis, e la Castorina in via Roma; quest'ultima era appena scesa dalla sua auto, una Fiat Panda, quando è stata attinta da colpi d'arma da fuoco restando, inizialmente, gravemente ferita: è morta sul posto, nonostante l'arrivo di un'ambulanza del 118 e i soccorsi subito prestati.

Sul movente del duplice delitto è ancora buio. L'omicidio di Carmelina Marino, 48 anni, è «certamente collegato al suicidio», sul secondo, quello di Santa Castorina, di 50 anni, si sta ancora "cercando di capire", come afferma il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro. Si vocifera che l'assassino, fratello di Benedetto La Motta, noto come "Benito" o "Baffo", indicato come il referente a Riposto della "famiglia" mafiosa Santapaola-Ercolano, avesse o avesse avuto una relazione extraconiugale con una delle due vittime. L'uomo sarebbe dovuto rientrare in carcere proprio questa sera.

Una persona interrogata dai carabinieri nella caserma di Riposto nell’ambito delle indagini potrebbe essere fermata nelle prossime ore. Avrebbe avuto un ruolo nell'agguato. La sua posizione è al vaglio della Procura di Catania. Secondo quanto si è appreso avrebbe assistito al primo delitto, quello di Carmelina Marino, di 48 anni. Gli investigatori stanno cercando di accertare i motivi della sua presenza: se sia stato un testimone involontario o un favoreggiatore di La Motta. Secondo quanto emerso l’uomo non era presente al ferimento mortale di Santa Castorina.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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