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**Anarchici: indignazione Pd su accuse Fdi, ‘che mascalzonata’**
Roma, 2 feb. “Una mascalzonata”. Dal Pd così viene definito quel titolo (“‘Parlate con loro’, così Cospito mandò i dem in visita ai boss”) apparso oggi sul Fatto Quotidiano. E la polemica poi che ne è scaturita, alimentata da esponenti Fdi come il capogruppo Tommaso Foti, per un nuovo attacco al Pd sulla vicenda Cospito. Il tutto ruota attorno alla visita all’anarchico da parte di 4 parlamentari – il senatore Walter Verini e i deputati Debora Serracchiani, Andrea Orlando e Silvio Lai – il 12 gennaio scorso al carcere di Sassari.
“Oggi ‘Il Fatto quotidiano’ -attacca Foti- rivela” che i 4 parlamentari Pd “sono stati indirizzati da Cospito a parlare con tre mafiosi suoi vicini di cella, Rampulla, Presta e Di Maio. Di fronte a questa rivelazione di inaudita gravità, che vede i parlamentari dem accogliere le indicazioni di Cospito, chiederemo spiegazioni immediate e chiare in tutte le sedi”. La replica arriva con una nota congiunta dei 4 esponenti Pd che si rivolgono direttamente a Foti: “In questa grave vicenda, come è ormai chiaro a tutti, le spiegazioni le devono dare i suoi colleghi di partito, il ministro Nordio e la presidente del consiglio Meloni. Non certo noi”.
E “a fronte di affermazioni” di Cospito, specificano, “abbiamo chiarito che eravamo lì, non per ascoltare le sue valutazioni, ma per sincerarci delle sue condizioni di salute e l’adeguatezza della struttura al regime di detenzione del 41 bis”. A quanto viene riferito all’Adnkronos, Cospito si rivolse ai parlamentari sottolineando che non c’era solo lui lì, ma anche altri. E fu Orlando, si spiega, a ‘stopparlo’ dicendo che non erano lì per parlare, ma per verificare le sue condizioni di salute.
Inoltre, come si riporta in ambienti parlamentari dem, la visita al carcere di Sassari si svolse in questo modo: Serracchiani, Verini, Orlando e Lai vennero accompagnati nell’ala del 41 bis del carcere. L’ala è divisa in piccole sezioni, di pochi metri quadrati, in cui si affacciano 4 celle distanti un metro l’una dall’altra. Quella di Cospito e altre 3 attaccate. Quelle di tre mafiosi. I parlamentari Pd, viene riferito, non sapevano chi ci fosse in quelle celle: ovviamente detenuti al 41 bis, ma senza conoscerne i nomi. “Li abbiamo letti dopo l’intervento di Donzelli in aula”.
Con i 3 detenuti vicini di cella di Cospito vennero scambiate solo alcune frasi di circostanza. “Quando un parlamentare va in visita in un carcere, va per verificare le condizioni. Non si fanno conversazioni con i detenuti. Si ascolta, non si parla”, si spiega. Scrivono Serracchiani, Verini, Orlando e Lai nella nota: “Abbiamo sempre ribadito l’esigenza assoluta di mantenere l’istituto del 41 bis come strumento di contrasto alla criminalità organizzata, che trova traccia nelle dichiarazioni all’uscita del carcere e in interviste rilasciate nei giorni seguenti”.
“I vostri tentativi -proseguono- di buttare la palla in tribuna per difendere l’indifendibile sono sempre più goffi. Il tema, purtroppo, è di una gravità inaudita e, come abbiamo ribadito, andremo fino in fondo finché tutto non sarà chiarito perché è inquietante utilizzare informazioni riservate per manganellare l’avversario politico. Qualcosa che non si è mai visto. Chi ha utilizzato queste assurde insinuazioni nei confronti del Pd e per colpire noi ne risponderà in tutte le sedi”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA