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**Anarchici: giurì d’onore Camera su Donzelli istituito domani o dopo Regionali**
Roma, 2 feb. Potrebbe essere istituito già nelle prossime ore e annunciato nella seduta di domani il giurì d’onore, previsto dall’articolo 58 del Regolamento della Camera, chiesto dal Pd dopo le affermazioni del deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli durante i lavori d’Aula di martedì scorso nei confronti dei deputati Debora Serracchiani, Andrea Orlando e Silvio Lai e del senatore Valter Verini.
Se il presidente dell’Assemblea di Montecitorio, Lorenzo Fontana, decidesse invece di prendersi più tempo, la decisione slitterà probabilmente a dopo le Regionali di Lazio e Lombardia del 12 e 13 febbraio. La prossima settimana infatti i lavori verranno sospesi proprio per la campagna elettorale e quindi soltanto nella prima seduta utile dopo l’appuntamento elettorale sarà possibile annunciare in Aula l’avvenuta costituzione del giurì.
Come detto si tratta di un organismo previsto dall’articolo 58 del Regolamento, in base al quale “quando nel corso di una discussione un deputato sia accusato di fatti che ledano la sua onorabilità, egli può chiedere al presidente della Camera di nominare una commissione la quale giudichi la fondatezza della accusa; alla commissione può essere assegnato un termine per presentare le sue conclusioni alla Camera, la quale ne prende atto senza dibattito né votazione”.
A farne parte vengono chiamati solitamente deputati dell’Ufficio di presidenza che non appartengano però agli stessi Gruppi dei deputati protagonisti della controversia, quindi in questo caso Fdi e Pd. In passato la commissione è stata composta da tre o cinque membri e presieduta da un vicepresidente della Camera.
In questo caso potrebbe quindi toccare a Giorgio Mulè, di Forza Italia, che presiedeva la seduta durante la quale è intervenuto Donzelli, o a Sergio Costa, del Movimento 5 stelle.
Non è previsto che il giurì proponga o commini sanzioni, prerogativa quest’ultima che spetta comunque all’Ufficio di presidenza, ma è chiamato a svolgere un’istruttoria sui fatti oggetto della controversia, sentendo i diretti interessati, e quindi a sottoporre le proprie conclusioni all’Aula, che si limita a prenderne atto.
In passato il giurì fu istituito per la prima volta nella quattordicesima legislatura, in particolare nel 2002 su richiesta dell’ex sindaco di Catania e all’epoca deputato della Margherita Enzo Bianco, a seguito di accuse rivoltegli dal deputato di An Benito Paolone. Componevano la commissione Alfredo Biondi, di Forza Italia, che la presiedeva; Paola Manzini, del Pd, Edouard Ballaman, della Lega, Marco Boato, dei Verdi, e Chiara Moroni del Gruppo Misto.
Furono invece ben tre i giurì istituiti durante la sedicesima legislatura. Due nel 2010, entrambi presieduti da Rocco Buttiglione e composti, il primo, da Angelo Lombardo del Movimento per le Autonomie e Giacomo Stucchi della Lega; il secondo, ancora da Stucchi e da Roberto Commercio del Movimento per le Autonomie. Furono richiesti, rispettivamente, da Renato Farina, del Pdl, contro Massimo Vannucci del Pd, e da Amedeo Laboccetta, del Pdl, contro Francesco Barbato di Italia dei Valori.
Quest’ultimo nel 2012 fu chiamato in causa da Antonio Mazzocchi, del Pdl, che chiese il giurì, poi presieduto da Rosy Bindi, del Pd, e composto da Renzo Lusetti, dell’Udc, e sempre da Stucchi.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA