Lo scandalo
Regione: Cannes è solo la punta dell’iceberg, al setaccio tutte le spese del Turismo
Si allarga la vicenda dell'appalto da 3,7 milioni senza bando per le manifestazioni al Festival del Cinema. Ora dopo la Corte dei Conti scende in campo anche la Procura di Palermo
Adesso, a Palermo, c’è un’inchiesta in Procura. Un atto dovuto; anche se non scontato. E non tanto per il polverone che negli ultimi giorni ha sollevato il caso Cannes. Da sempre la linea operativa del procuratore Maurizio de Lucia è quella di tenersi ben distante dai condizionamenti politico-mediatici: non si apre un fascicolo penale su uno o più articoli di giornale, la consistenza delle notizie di reato va ben ponderata. E così, anche stavolta, sarà. A prescindere dall’esposto annunciato ieri, ma non ancora presentato, dal Codacons Sicilia a pm palermitani e Anac «per fare chiarezza sulla vicenda e perseguire tutte le eventuali responsabilità».
Piazza Vittorio Emanuale Orlando si occuperà dell’affidamento, al costo di 3 milioni e 750mila euro, da parte del dipartimento Turismo, del progetto “Sicily, Women and Cinema” alla lussemburghese Absolute Blue. La società (fondata e amministrata da Patrick Nassonge, alter ego di Moja, fotografo d’arte che firma i 12 artistici al centro dell’iniziativa) che, nell’edizione dello scorso anno, gestì la stessa iniziativa per conto della Regione. Fattura finale liquidata: 2.164.372,51 euro.
Su quali ipotesi di reato potrebbero muoversi i pm di Palermo? Se la Procura della Corte dei conti, che ha già aperto un fascicolo sulla vicenda, si occuperà di verificare se ci siano profili di danno erariale per le casse della Regione, è scontato che i magistrati penali approfondiscano sopratutto l’aspetto della potenziale turbata libertà del procedimento di scelta del contraente (soprattutto se fosse dimostrabile che l’affidamento non poteva avvenire senza un bando), oltre che degli eventuali falsi che la società aggiudicataria avrebbe potuto compiere per testimoniare lo status di «fornitore esclusivo» del servizio.
E magari, in punta di diritto, avrà pure discusso di questo, nel vertice di ieri mattina, il procuratore de Lucia, assieme all’aggiunto Sergio Demontis, capo del pool sui reati contro la pubblica amministrazione. In linea teorica, considerando il groviglio di «società in forma anonima» legate a vario titolo alla Absolute Blue, la materia potrebbe coinvolgere anche altre competenze giudiziarie e investigative.
Il punto, però, non è questo. Proprio perché il fascicolo sul caso Cannes non sarebbe un nuovo “file” solitario, nel lavoro già in corso da qualche tempo in Procura. Ma un elemento in più. Un altro. E qui ci si muove in un sentiero delicatissimo, battuto a fari spenti da magistrati e specialisti delle forze di polizia, che porterebbe alla cassaforte dei fondi pubblici, nazionali e soprattutto comunitari, gestiti dalla Regione. A partire dalle spese del Turismo. Un dipartimento, del resto, già finito nei radar della Procura di Palermo, nel marzo scorso, nell’indagine partita dalla coraggiosa denuncia dell’ex assessore Manlio Messina e del suo staff su una mazzetta da 50mila euro offerta da una musicista palermitana poi arrestata per istigazione alla corruzione.
Niente ansia da prestazione, allora, se l’approfondimento sulle spese per gli eventi a Cannes (circa 6 milioni negli ultimi due anni) fosse solo una carpetta di un fascicolo ben più ampio. Di certo senza cadere nelle suggestioni offerte dalla politica, né nella tentazione di assecondare tesi preconfezionate, ancorché tutte da dimostrare. «Non vorremmo a questo punto che l’“affaire Cannes” sia un affare di partito più che un investimento della Regione», ipotizza il capogruppo del M5S all’Ars, Antonio De Luca. Che fa, legittimamente, un altro mestiere. Quello dei magistrati di Palermo, adesso e come sempre, sarà verificare la fondatezza di una notizia di reato.
I link con altre attività eventualmente in corso sono soltanto uno scenario successivo. Quando cioè – ma non è detto che accada – ci si troverà a un bivio: scegliere che direzione e che peso dare all’indagine. Twitter: @MarioBarresiCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA