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Misure di prevenzione

Covid, riaprono aree test negli aeroporti: è allarme per gli arrivi dalla Cina

A Malpensa i numeri già preoccupano con quasi 1 positivo su 2 registrato a Santo Stefano sul volo arrivato dalla Cina. A Fiumicino domani primo banco di prova con l’atterraggio, previsto per le 6.30, di un aereo proveniente da Pechino. 

Di Redazione |

Con l’ondata Covid che sta colpendo, in modo massiccio, la Cina, torna ad alzarsi in Italia il livello di controllo, in primo luogo negli scali aeroportuali. Guardia alta e si torna a pigiare sul pedale dell’acceleratore della macchina della prevenzione con una attività di screening che punta a «fotografare» in tempo reale la situazione su tutto il territorio nazionale. Riattivate aree test e personale impegnato in primo luogo nei maggiori scali aeroportuali che rappresentano, di fatto, l'avamposto nell’attività di verifica degli arrivi. A Malpensa i numeri già preoccupano con quasi 1 positivo su 2 registrato a Santo Stefano sul volo arrivato dalla Cina. A Fiumicino domani primo banco di prova con l’atterraggio, previsto per le 6.30, di un aereo proveniente da Pechino. L’area test Covid nello scalo romano, che si trova agli Arrivi del Terminal 3, doveva chiudere a fine anno ma con l’evolversi della situazione e le nuove disposizioni rimarrà attiva. I test si svolgeranno sotto la supervisione dell’Istituto Spallanzani e con il supporto delle Uscar regionali: si tratta di team di medici ed infermieri che svolgono un’attività di pronto intervento anche nell’attività di sequenziamento. Si procederà con i test anche a Napoli e il presidente della Regione Vincenzo De Luca torna a raccomandare anche l’uso della mascherina all’interno di Capodichino, nei luoghi chiusi e in generale in tutte quelle situazioni in cui è impossibile rispettare il distanziamento sociale. Chi risulterà positivo verrà isolato in strutture sanitarie se le sue condizioni richiedono il ricovero o, se non presenta sintomi gravi, dovrà indicare il domicilio dove intende trascorrere il tempo di isolamento che si è tenuti a rispettare.

Un «ritorno al passato», quasi uno scenario 2020 con le prime misure attuate per arginare l’arrivo del coronavirus proprio agendo sugli scali aeroportuali e in particolar modo sui voli provenienti dalla Cina. Dunque la corsa contro il tempo è duplice: da un lato per reperire personale, risorse e spazi, visto che ora gli unici avamposti contro il Covid sono i centri vaccinale per altro ridotti di numero, e dall’altro per sequenziare e arginare l'ingresso di varianti. La richiesta di «potenziamento della sorveglianza mediante i test» per chi arriva dalla Cina è stata sollecitata in queste ore proprio dallo Spallanzani. In un documento l’Istituto afferma che alzare il livello di sorveglianza serve a "monitorare la comparsa ed intercettare precocemente l’arrivo di nuove varianti, sia come nuove evoluzioni di Omicron che come nuove varianti diverse da Omicron, e a predisporre eventuali misure quarantenarie selettive».

Il rischio, ragiona lo Spallanzani, è che la nuova variante «traghetti l’evoluzione di Sars-Cov-2 oltre Omicron, la variante dominante a livello globale ormai dalla fine del 2021» e in questo ambito la possibile nuova minaccia che viene dalla nuova ondata in Cina "va affrontata con misure immediate e coordinate, al fine di non rallentare il percorso di adattamento che il virus ha intrapreso in diverse aree" grazie alla spinta di «vaccini e farmaci». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA