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Dottor Norberto Confalonieri: “L’operazione dell’alluce valgo non deve far paura”
Milano, 27 Dicembre 2022. Storicamente, la correzione chirurgica della deformità del primo dito del piede, deviato in valgo, con esostosi correlata (la cosiddetta cipolla), è vista dai pazienti come un intervento doloroso e, spesso, inefficace.
Ricorda che l’alluce valgo non è una patologia, ma un sintomo. “In molti credono che, la deviazione dall’asse anatomico, dell’alluce, sia una deformità isolata del piede. Non è così, come, già, ho avuto modo di illustrare, più volte, rientra in un quadro di alterazione posturale di tutto l’apparato locomotore, congenita od acquisita, che porta un sovraccarico plantare, con malformazioni di tutto l’avampiede. Pertanto, è importante curare la postura per prevenire queste malformazioni, con ortesi, plantari e ginnastica specifica. Certo, prosegue il Confalonieri, quando le cure non riescono a correggere il deficit posturale, oppure, quando il quadro clinico si evidenzia tardi e, soprattutto, quando insorge un dolore con una deformità importante, ecco che la chirurgia si impone per alleviare la sofferenza ed evitare un peggioramento del quadro clinico, che può portare ad una situazione di grave deformità e dolore”. La chirurgia, in questi anni, ha fatto passi da gigante per risolvere le deformità, con tecniche sempre meno invasive.
La chirurgia percutanea mini invasiva dell’alluce valgo, spiegata dall’esperto Norberto Confalonieri
La tecnica chirurgica che, ultimamente, si è imposta come la più funzionale e risolutiva (senza le complicanze dolorose delle precedenti soluzioni chirurgiche), è quella mini invasiva, percutanea, senza sintesi metallica.
Questa permette di ottenere gli stessi risultati della tecnica a cielo aperto, con mezzi metallici di sintesi, nella correzione delle deformità dell’avampiede, non solo dell’alluce valgo (dita a martello, metatarsalgie, ecc.,). Certo, sempre se applicata correttamente e nelle giuste indicazioni dello specialista. Si avvale di uno strumentario dedicato, con frese di precisione motorizzate che asportano il tessuto osseo della “cipolla (esostosi) dell’alluce, deviato in valgo” ed eseguono le osteotomie (interruzioni dell’osso) per la correzione delle deformità. Gesti accessori sulle parti molli, tendini, capsula e legamenti, vengono eseguiti, sempre percutaneamente, con sottili lame da bisturi di 2 millimetri. Un bendaggio, funzionale alla correzione ed alla guarigione delle ossa interrotte, completa la tecnica.
“Il paziente viene operato in regime di ricovero giornaliero o, ambulatoriale, in anestesia locale. Potrà appoggiare il piede già entro le prime 24 ore, con una scarpa speciale che permette di deambulare con appoggio sul tallone”,spiega Norberto Confalonieri.“I vantaggi di questa tecnica sono evidenti. Il fatto di non utilizzare mezzi di sintesi per fissare le osteotomie, porta ad una minor possibilità di incorrere in complicanze ed infezioni, le cicatrici sono minime ma, il risultato più eclatante, è l’assenza quasi completa del dolore.”.
Riassumendo quanto esposto dal Prof. Norberto Confalonieri, i vantaggi della chirurgia mini invasiva sarebbero appunto:
●L’assenza di dolore post-operatorio;
●La procedura ambulatoriale senza bisogno di ricovero post-operatorio;
●L’anestesia locale direttamente sul piede o sulla gamba;
●L’assenza di mezzi metallici per osteosintesi;
●Il recupero precoce della deambulazione;
●Cicatrici chirurgiche puntiformi;
●Minori possibilità di complicanze rispetto alla chirurgia aperta.
“Per quanto riguarda, invece, la procedura post intervento”, spiega Confalonieri, “è previsto un rinnovo della prima medicazione, eseguita in sala operatoria con bendaggio funzionale, dopo 7 giorni. Da ripetere, solo se mal sopportata, ogni settimana per altri 21 giorni”. Stando a quanto riporta la letteratura chirurgica sul tema in oggetto, “dopo un mese circa, l’individuo potrà riprendere la deambulazione con scarpe tradizionali, all’inizio, molto comode. Dopo 3 mesi dall’intervento, è consigliato un controllo clinico e radiografico per la guarigione finale”.
“La chirurgia mini invasiva dell’alluce valgo è una tecnica delicata con strumentari costosi. Oggi, però è diventata patrimonio, non solo delle strutture sanitarie private, ma anche di quelle pubbliche, convenzionate con il SSN, dotate di chirurghi specialisti in questa particolarissima disciplina”, conclude l’esperto Norberto Confalonieri, uno dei primi in Italia a portare questo intervento chirurgico in un ospedale pubblico, più di 15 anni fa.
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