la polemica
Siracusa, battibecco social tra sindaco e ex sindaco. Garozzo: “Consigli interessati? Italia spieghi”
Battibecco social tra l’ex sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo e l’attuale primo cittadino Francesco Italia (già vice proprio di Garozzo), su fatti di interesse pubblico e sullo sfondo di accadimenti inquietanti che nelle ultime ore hanno interessato la città aretusea e che forse meriterebbero l’interesse dell’autorità giudiziaria, se solo qualche istituzione si impegnasse a denunciarli nelle sedi opportune, piuttosto che sui social.
Andiamo per ordine. Al centro di uno degli attacchi portati stamattina, giovedì 15 dicembre, dall’ex sindaco Garozzo a Italia c’è la querelle montata in città riguardo alle luminarie per la festa di Santa Lucia “costose e montate in ritardo”, secondo parecchi cittadini, uno dei quali ha attaccato Italia da una radio locale.
«Italia – ha scritto stamane su Facebook Garozzo – rispondeva (al cittadino ndr) che per una questione di legalità ha predisposto una gara mentre per 20 anni (compresi i suoi 4) si davano in affidamento diretto. No Francesco – ha aggiunto Garozzo rivolgendosi a Italia in prima persona – ti spiego: si davano in estensione di contratto a chi gestiva la pubblica illuminazione. Come previsto per legge. Costavano circa il 50% di quello che oggi hai speso tu”. Il discorso debordava inevitabilmente sul recente affidamento di questo servizio: “Anche sulla pubblica illuminazione – ha proseguito l’ex sindaco Garozzo – andrebbe fatto il discorso di non aver fatto gare, ma averla affidata tramite Consip, oltre a causare disagi al servizio, sta costando molto di più. Avremo modo in altro momento di approfondire. Tornando al punto delle luminarie, spendere il 50% in più non è questione di legalità. Ma non aver capito come amministrare per 9 anni».
Di seguito Garozzo toccava altri temi, ma su questi vale la pena soffermarsi, anche perché durante la festa di Santa Lucia è accaduta una cosa inquietante che ha riguardato proprio le luminarie e la pubblica illuminazione. E cioè: nel momento clou della processione le luminarie si sono spente perché, come verificato e comunicato in seguito sui social dal sindaco Italia, era stato manomesso il timer. La risposta di Italia non si è fatta attendere ed è arrivata, pubblica sì, ma piuttosto sibillina. Con virgolettati insinuanti che a Garozzo devono essere sembrati “calunniosi”. Italia ha scritto: «Ho sempre cercato in questi anni di evitare di rispondere al sindaco Garozzo per rispetto di una storia che non rinnego e della quale, a differenza di lui, continuo ad avere rispetto. Ma non offro lezioni di stile a chi dimostra ancora una volta di non averne».
E qui l’affondo di Italia: «In effetti, in questi anni, di consigli interessati l’ex sindaco ha cercato di farne arrivare parecchi attraverso gli assessori della giunta. «"Consigli” (scritto proprio così, tra virgolette ndr) – ha proseguito Italia – che ho rispedito opportunamente al mittente. Ma di questo e di tanto altro, se proprio ci tiene, avremo modo di parlare diffusamente in campagna elettorale». No, no, parlatene subito, verrebbe da dire a chi legge e ha consapevolezza che gli argomenti trattati non sono privati ma riguardano la cosa pubblica. Ma non è finita. Garozzo non ha lasciato l’ultima parola a Italia (almeno, per ora) e ha risposto: «Io capisco che il sindaco Italia sia nervoso – ha scritto l’ex sindaco – ma per la calunnia non c’è mai giustificazione. Vorrei capire quali consigli “interessati” ti avrei fatto arrivare tramite gli assessori”, ha detto rivolgendosi a Italia ancora in prima persona. E poi ha proseguito: “E mi spieghi gentilmente il mio interesse specifico sulle eventuali questioni? Non aspettiamo la campagna elettorale, parliamone adesso”. Questa la parte più importante della controreplica di Garozzo, quella che non sembra avere solo uno sfondo privato tra i due, ma che è sicuramente di interesse pubblico. E forse meriterebbe chiarezza.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA