il film
“Mafia e religione”, la lezione di legalità al Comprensivo di Vallelunga – Villalba – Marianopoli
Il regista Francesco Millonzi ha incontrato gli alunni dopo la proiezione della pellicola
Il regista Francesco Millonzi ha Incontrato i ragazzi dell'Istituto Scolastico Comprensivo di Vallelunga-Villalba-Marianopoli, dopo la proiezione del suo nuovo film, dal titolo: “Mafia e religione”. L'incontro è stato organizzato dalla segretaria di produzione della: "MILLONZ'@RT dott.ssa Lea Bilello, dalla dirigente scolastica dott.ssa Loredana Paola Matraxia, dalla referente alla legalità professoressa Giusi Immordino.
"Mafia e religione”, è stato scritto e ideato insieme a Nunzio Sarpietro ex capo dei Gip del Tribunale di Catania. “Anche stavolta – ha detto Francesco Millonzi – per una piena libera espressiva il film non attinge, ad alcun finanziamento pubblico e privato”. Si tratta di una produzione della “MILLONZ'@RT”, segretaria di produzione Lea Bilello, aiuto regista Fabrizio D'Amico, che ha curato il montaggio insieme al regista Millonzi. Un film che racconta l'uso blasfemo che le mafie fanno delle religioni, come il rito di iniziazione, l'inginocchiamento del santo davanti casa dei boss e analizza in modo dettagliato, con testimonianze dirette, il perché la criminalità organizzata usa fare questi riti.
"Si analizza anche – spiega il regista – l'uso blasfemo che le mafie, non solo quelle italiane, ma anche quelle internazionali (nigeriana ad esempio) fanno delle religioni, lanciando sin da subito un messaggio immediato: la religione non può essere mafia e la mafia non può farne uso per strumentalizzare la Chiesa, perché la Chiesa non è mafia. La Chiesa è amore, aiuto ai poveri come ci insegna Papa Francesco. La Chiesa è quella di don Pino Puglisi che ha lottato sacrificando la propria vita per aiutare il prossimo ad essere libera, per aiutare i poveri, i diseredati. La mafia non crea nulla, ma distrugge. E' impensabile che i mafiosi possano invocare un santo in un rito prima di uccidere, non si può pregare prima di uccidere. Questo è un modo contorto e assolutamente da condannare. Un film che farà riflettere molto su questo tema e creerà risvolti di grande spessore, riporterà le preziose testimonianze di quanti ogni giorno in tutti i campi lottano per tenere alti i valori di giustizia e libertà e che hanno messo la loro vita a disposizione della società civile e quanti ancora oggi rischiano in prima persona di essere bersaglio della malavita organizzata".
Nel film ci sono gli interventi del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, dell'ex capo dei gip del Tribunale di Catania Nunzio Sarpietro, del Presidente del Tribunale di Palermo Antonio Balsamo, del gip del Tribunale di Caltanissetta Graziella Luparello. E ancora, del vice questore della Questura di Agrigento Cesare Castelli, del cardinale Francesco Montenegro, del vescovo di Acireale Antonino Raspanti, del giornalista Leone Zingales. Nel film pure le testimonianze dei familiari delle vittime di mafia: avv. Michele Costa, figlio del giudice Gaetano Costa, Giovanni Impastato, fratello di Peppino, i fratelli del beato Pino Puglisi, Gaetano e Francesco, Carmine Mancuso figlio del Maresciallo Lenin Mancuso, Lucia Ievolella, figlio del Maresciallo Vito Ievolella, il presidente di Giustizia e Pace, Ing. Ugo Tomaselli