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Non violarono la sorveglianza speciale: assolti il boss Settimo Mineo e altri 4

I carabinieri avevano documentato gli incontri dei pregiudicati tra il 2015 ed il 2018, ma l'accusa non ha retto. Condannati altri due imputati che rispondevano però di detenzione di droga

Di Nicoletta Gullotta |

 Il giudice per l’udienza preliminare Giuliano Castiglia, ha assolto alcuni capi mafiosi accusati di violazione della sorveglianza speciale e del divieto di avere contatti con altri pregiudicati.

La misura di prevenzione per alcuni di loro era terminata nel 2013, ma non era stata ripristinata.

Questi i nominativi: il capo della nuova Cupola, Settimo Mineo, difeso dagli avvocati Stefano Santoro e Valentina Clementi, il boss di corso Calatafimi Filippo Annatelli, difeso dall’avvocato Giovanni Rizzuti, Salvatore Sorrentino, assistito dall’avvocato Michele Giovinco e Andrea Ferrante.

Prosciolto invece un altro imputato, Salvatore Mirino, difeso dall’avvocato Domenico La Blasca.

Sono stati condannati Marco Iervolino, 2 anni, e Dario Vivirito, 8 mesi, accusati di spaccio di droga. Il giudice non ha dunque accolto le tesi della Procura – a coordinare l’inchiesta dei carabinieri erano stati i sostituti Dario Scaletta e Federica La Chioma – nonostante gli incontri tra mafiosi fossero stati documentati in periodi che vanno tra il 2015 ed il 2018.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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