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Dal ’97 ad oggi: il ministro degli interni rende pubblici i numeri di migranti all’anno
I dati confermano che sono quasi sempre prigionieri di guerra provenienti da Oriente e Africa
Il Ministero dell'interno ha da poco rilasciato i dati degli sbarchi d'immigrati nel nostro paese dal 1997 ad oggi.
Insieme a Spagna e Grecia, l'Italia è uno dei principali Stati di approdo europei, favorita anch'essa dalla posizione al centro del Mediterraneo.
1997/1999 – Dopo i grandi sbarchi in arrivo dall'Albania all’inizio anni ’90, nel 1997 i numeri dei migranti arrivati via mare in Italia tornano a crescere, ancora una volta spinti dalla massa di albanesi in fuga dal Paese, questa volta alle prese con il tracollo delle società finanziarie. Quell’anno gli arrivi via mare furono 22.343. Negli anni seguenti le cifre continuarono a salire.
Nel 1998 si giunge a 38.134 migranti, tra chi fuggiva dalla guerra del Kosovo e chi dai disordini in Africa e Medio Oriente; l'anno successivo si arriva a quota 49.999.
2000/2005 – Nel 2000 gli sbarchi furono 26.817, nel 2001 20.143, nel 2002 23.719.
I numeri tornano a scendere dal 2003, quando in Italia approdano 14.331 persone; nel 2004 si contano 13.635 sbarchi.
Nel 2005 le cifre salgono di nuovo: sono 22.939 i migranti ad arrivare in Italia via mare. L’anno successivo scendono a 22.016, quello dopo ancora a 20.445, per poi arrivare a 36.951 nel 2008 e crollare a 9.573 nel 2009.
2010/2014 – Il nuovo decennio si apre con numeri più contenuti: 4.406 sbarchi. Solo l’anno dopo però gli arrivi toccano quota 62.692. Il 2011 è ormai ritenuto un punto di svolta nello studio della storia delle migrazioni verso l’Italia:è l’anno delle Primavere arabe, insurrezioni popolari scoppiate in molti Paesi arabi – Egitto, Tunisia e Libia su tutti – nel tentativo di ribellarsi a regimi opprimenti. I moti danno il via a massicci fenomeni migratori di massa.
Nel 2012 le cifre si ridimensionano – 13.267 sbarchi – per tornare a crescere nel 2013, quando arrivano 42.925 arrivi sulle coste italiane, la maggior parte dei quali provenienti da Africa e Siria. Il 3 ottobre di quell’anno un peschereccio partito dal porto di Misurata in Libia naufraga a poche miglia dalla Sicilia: 368 persone a bordo muoiono in quella che ancora oggi viene ricordata come "la tragedia di Lampedusa".
Numero da record di 170000 approdi nel 2014, mentre nel 2015 in Italia arrivano via mare 153.842 migranti.
Nel 2016 nuovo record: 181.436 sbarchi, molti dei quali dalla Nigeria. Nel 2017 la cifra scende a 119.369. Quell’anno il governo italiano, nel tentativo di contrastare l’immigrazione irregolare in arrivo soprattutto dalla Libia, approva il decreto Minniti, che prevede regole più severe in tema migratorio. Tra queste la creazione di 20 centri per l’espulsione di stranieri non in regola.
È anche l’anno del memorandum firmato tra il premier Paolo Gentiloni e il primo ministro libico Fayez al Serraj, che rafforza la cooperazione tra i due Paesi onde limitare le partenze dalla Libia.
In seguito gli sbarchi diminuiscono: Nel 2018 sono 23.370, nel 2019,–quando l’accordo italo-libico viene rinnovato dall'ex ministro degli Esteri Luigi Di Maio, sono 11.471, molti dei quali tunisini.
2020-2021 – Nel 2020 si sale a 34.154. Gran parte dei naufraghi viene dalla Tunisia, dove scoppiano nuove proteste contro la crisi economica e la corruzione della politica. Gli sbarchi diventano quasi il doppio nel 2021, quando il Viminale registra 67.040 persone sbarcate, nello specifico tunisini, egiziani e bengalesi.
Al 7 novembre 2022, gli sbarchi segnalati dal Viminale in Italia sono 88.100, principalmente di nazionalità egiziana, tunisina, bengalese, afghana e siriana.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA