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“Io e te prima o poi ci incontreremo”: assolto l’agrigentino Pietro Ribisi

Detenuto all'ergastolo al 41 bis, in un permesso premio, avrebbe inveito contro un ispettore di Polizia penitenziaria 

Di Gaetano Ravanà |

Lo scorso 8 novembre, la Procura della Repubblica di Agrigento, tramite il pubblico ministero Chiara Bisso, ha disposto la citazione a giudizio di Ignazio Ribisi, 64 anni, di Palma di Montechiaro, detenuto all’ergastolo al 41 bis per associazione mafiosa e omicidio. Lui, in occasione di un permesso premio per incontrare la moglie e la famiglia, avrebbe inveito contro un ispettore della Polizia penitenziaria perché, non essendo previsto dal programma della visita, non gli ha consentito di consegnare ai suoi familiari un vassoio di dolci. Ribisi avrebbe pronunciato frasi del tipo: “Se mi metto a gridare, sai quanti ne arrivano”, oppure “Anche se io sono all’ergastolo, io e te prima o poi ci incontreremo”. Il pubblico ministero Bisso ha proposto 1 anno di reclusione a carico dell’imputato di violenza a pubblico ufficiale. Ebbene adesso Ignazio Ribisi, difeso dall’avvocato Raimondo Tripodo, è stato assolto dal giudice monocratico, Andrea Terranova, con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. Infatti, come ha spiegato l’avvocato, “l’agente di polizia penitenziaria non poteva avere timore di quelle parole pronunciate da un uomo disarmato e circondato da un nucleo di agenti armati”.

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