Ultimi aggiornamenti
Lombardia: Area B, Consiglio regionale dice no
Milano, 18 ott. Sospendere i divieti di circolazione nell’area B del Comune di Milano delle auto diesel Euro 5 e benzina Euro 2. Lo chiede la mozione proposta dalla Lega e approvata a maggioranza (39 voti favorevoli e 9 contrari) dal Consiglio regionale della Lombardia nella seduta di oggi.
Il testo invita inoltre il governo ad attivarsi presso l’Unione europea per ottenere una deroga alle limitazioni di utilizzo dei veicoli nel periodo strettamente necessario a superare la crisi economica causata dal caro energia, senza incorrere nell’apertura della procedura di sanzionamento da parte di Bruxelles.
“La decisione unilaterale del sindaco di Milano sull’area B commenta Roberto Anelli (Lega), primo firmatario della mozione- rappresenta un colpo durissimo per il tessuto economico lombardo, in particolare per le imprese, artigiani, liberi professionisti. Chiedere questo sacrificio in un periodo caratterizzato da un forte aumento dei costi, è un atto totalmente privo di buon senso”.
Secondo il ‘Piano Aria Clima’ del Comune di Milano, dallo scorso 1 ottobre dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 19.30 all’interno dell’area B, la maxi-Ztl di Milano, possono circolare solo le auto ibride o elettriche, i veicoli diesel Euro 6 e i benzina da Euro 3. Secondo l’Aci, sono quasi 1,3 milioni i veicoli in Lombardia che non possono entrare in area B. Nel dettaglio, si tratta di: 235mila auto a benzina Euro 2, 449 mila diesel Euro 4 e 592 mila diesel Euro 5. Solo a Milano le auto messe al bando sono 107 mila, mentre per l’area della Città Metropolitana parliamo di 314 mila mezzi.
Nel documento del Carroccio, si contestualizza la richiesta nel quadro del difficile periodo che sta vivendo il Paese a causa del “drastico aumento dei costi dell’energia associato all’incremento dell’inflazione, che sta colpendo violentemente i bilanci di imprese e famiglie con ripercussioni evidenti sia sulla possibilità di spesa che di investimento”. Un contesto reso ancora più complesso dalla fase post pandemica e dalle conseguenze della guerra in Ucraina.
Il testo spiega come i divieti stabiliti da Palazzo Marino “di fatto obbligheranno migliaia di persone, piccoli artigiani, commercianti, imprese e liberi professionisti già provati dalla difficile situazione economica e dal caro energia, ad effettuare nuovi investimenti al fine di poter conservare la propria attività. Tali investimenti -sostiene la mozione della Lega- possono comportare degli aggravi economici insostenibili e rappresentare pertanto un passo decisivo verso la chiusura delle attività indebolendo ulteriormente il tessuto economico Lombardo”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA