Lo dico
Cara, vecchia Isola “ex Bella”
Da quando Von Gloeden si accorse di questo minuscolo lembo di terra unito instabilmente al mare, e lo chiamò ISOLABELLA di Taormina, è passato davvero tanto tempo. Ed oggi il famoso artista e tanti altri che ne hanno scoperto e cantato le bellezze, non crederebbero più ai loro occhi. Purtroppo la rinomata “perla” dello Jonio, la cui protezione delle terre e acque oggi sembra appannaggio di nessuno, soccombe agli interessi di cosiddetti “operatori” del turismo senza scrupoli ed all’assalto di turisti, che altro non hanno portato negli ultimi decenni che distruzione, scempio, inquinamento di ogni genere e degrado all’ennesima potenza. Ogni volta che mi avventuro, a remi, in questi mesi estivi, tra il capo Taormina ed il Capo S. Andrea, solo per raggiungere l’Isola Bella o la più famosa grotta Azzurra, la mia escursione assume paradossalmente le proporzioni di rischio e di avventura del doppiaggio del più famigerato capo Horn, in Sudamerica. Imbarcazioni di qualunque foggia e dimensione, colme fino all’orlo d'ignari turisti, e gli acqua scooter, che sfrecciano a qualunque velocità, puntualmente pilotati da ragazzini senza giubbotto di salvataggio, senza casco protettivo (e aggiungerei… senza patente), fanno quasi una gara inconsapevole per mettere in difficoltà chi come me si cimenta a remi in un mare da “formula uno”. Nessuno conosce le precedenze nella navigazione, in tanti fanno risuonare i loro potenti stereo a volume improponibile, troppi innaffiano le loro “visite” con alcool abbondante, nessuno conosce regole e divieti; io puntualmente rischio l’affondamento, il danneggiamento o una doccia non richiesta. Il numero delle imbarcazioni “turistiche” in questione, mi dicono che superi le cento unità tra le marinerie di Taormina e Giardini Naxos, ma esiste anche quella di Letojanni da aggiungere. Improperi, litigi, urla, segnali e gesti come se mi trovassi in uno sgangherato rodeo d'indomiti maiali, o in una di quelle gare clandestine tra cavalli che popolano le ns strade di notte, non servono ovviamente a nulla. Non so chi tra i lettori sa che l’Isola Bella è oggi una Riserva Naturale Orientata, ed è gestita dal Cutgana (consorzio universitario catanese). L’isola, inoltre, rientra anche tra i SIC (Sito d'Interesse Comunitario) ed è ZSC (Zona Speciale di Conservazione). Tornando alla mia escursione, mi fermo alla grotta del Giorno, nei pressi del Capo Taormina (ancora fuori dalla Riserva). Un’ordinanza dell’Assessorato del Territorio ed Ambiente di Palermo, emanata anche quest’anno, come ogni anno, vieta assolutamente la balneazione e la navigazione per una distanza di 10 m dalla costa, a causa del rischio di crollo di porzioni di parete rocciosa (divieto per rischio idrogeologico), in tutta l’area intorno alla Grotta. Ebbene a tutela di quanto disposto dall’autorità, è stata posta “solo” una corda con galleggianti davanti alla grotta e “solo” per un tratto dell’area soggetta a frana. (immagine allegata)
Ebbene, puntualmente, quello che ritrovo è un groviglio di corde e galleggianti mezzi affondati, che non delimitano più nulla, ed il cui capo della cima portante è stato “tagliato” di netto da chi “verosimilmente” ha grossi interessi a violare qualunque norma o divieto, al solo scopo di riempire le proprie tasche, a discapito dei soliti turisti ignari, cui ovviamente certe cose non vengono neanche accennate (immagine allegata).
A nulla valgono i tentativi del sottoscritto di ripristinare la tenue barriera, a mani nude, aggiungendo nodi su nodi e inventando ancoraggi alle pareti più o meno improvvisati, sotto lo sguardo divertito e complice dei tanti “operatori” del settore (foto allegata).
Entro nella riserva che dovrebbe essere sinonimo di “santuario” della natura. Chi legge, deve sapere che La RNO Isola Bella è salvaguardata da un’Ordinanza della Capitaneria di Porto di Messina – Guardia Costiera che ne ha imposto abbastanza esplicitamente divieti ed eccezioni. Tra i tanti divieti che interessano le zone A e B della stessa, ve ne sono diversi riguardanti gli specchi marini antistanti, ed a quelli mi riferisco in particolare: E’ VIETATO: 1 – Esercitare attività che compromettano la tranquillità ambientale e l’integrità del luogo 2 – Usare apparecchi di diffusione sonora ad alto volume 3 – Esercitare attività economica, anche escursionistica (es. commercio in forma fissa …..etc etc ), senza autorizzazione della Capitaneria di Porto e dell’Ente Gestore4 -Noleggiare pedalò, pattini, mosconi e mezzi similari;5 – Bagnarsi nello specchio acqueo ad una distanza superiore a mt. 100 dal bagnasciuga; 6 – Navigare negli specchi acquei individuati in premessa, con alcune ovvie eccezioni: a) navigare a remi nelle aree suddette ad eccezione della Zona A della Riserva (Isola Bella e Scogli affioranti); b) raggiungere la riva e prendere il largo alle unità con motori in moto ed a velocità minima nei due corridoi di lancio etc etc; c) navigare per attività escursionistica con unità anche a motore in possesso di apposita autorizzazione rilasciata dalla Capitaneria di Porto di Messina a distanza non inferiore a mt. 100 dal bagnasciuga e comunque mantenendo la velocità minima non superiore a 3 nodi ed una vedetta in modo da assicurare la sorveglianza dello specchio acqueo. Aggiungo che l’ordinanza citata in principio dell’Assessorato Regionale all’Ambiente vieta la balneazione in una porzione di costa che precede e segue la Grotta Azzurra, come indicato in figura (divieto generico di balneazione, non meglio specificato – immagine allegata).
Rileggo i divieti e mi viene da ridere, solo perché non riesco ancora a piangerci sopra, in special modo dove citano termini quali “tranquillità ambientale”, “integrità”, “diffusione sonora ad alto volume”, “distanza non inferiore a 100 m”, “velocità non superiore a 3 nodi ed una vedetta”. Vedetta? Quella del capitano Acab? Ripenso al pieno di barche private e “turistiche” che regalano un bagno d’obbligo nel famoso “laghetto”, in area assolutamente interdetta, sotto il versante S del capo di S. Andrea. E ancora “vietato noleggiare pedalò e pattini”? quegli sciami impazziti di acqua scooter sono solo una mia illusione quindi? Ma continuo con la mia passeggiata a remi e giungo alla Grotta Azzurra. Il modello di distruzione si ripete in proporzioni ancora maggiori e più sfacciate. La corda con i galleggianti posta a protezione della Grotta dalle selvagge imbarcazioni a motore, ogni giorno, nonostante gli interventi di ripristino, viene puntualmente tagliata, ridotta nelle dimensioni, affondata con l’uso di pesanti mazzare scaraventate sul fondo, nascosta ad arte nei modi più impensabili. Anche in questo caso ogni mio tentativo di ripristino serve solo a far divertite chi mi passa accanto, sciorinando dotte nozioni in inglese ai soliti turisti. Sdegnato, entro con la mia piccolissima imbarcazione a visitare la grotta, faccio la mia piccolissima ricognizione silenziosa, scatto le solite 2 o 3 foto ed esco a giorno (sapendo leggere, sapevo, che è permesso “navigare a remi nelle aree suddette ad eccezione della Zona A della Riserva (Isola Bella e Scogli affioranti)”). Ed ecco che mi trovo davanti uno dei “signori del mare” e dell’accoglienza turistica selvaggia, quello che ridacchiava sotto i baffi da lontano, telefonino alla mano, che dichiara pubblicamente agli avventori che stava facendo una “diretta facebook” (poveri noi!), di me protagonista assoluto di chissà quale divieto violato o di chissà quale altro scempio ambientale perpetrato. Alla mia reazione seguono ovviamente offese ed immancabili minacce. Ecco, ancora una volta, il malaffare che scavalca ogni dignità, ogni vergona, qualunque forma di rispetto verso la persona e verso la natura. La prepotenza, l’interesse economico, e l’ignoranza impongono che io sia da condannare, e loro, da assolvere. E le ritorsioni non finiscono li. Ultima beffa, nei pressi del Capo Taormina, incontro un gommone color arancio della forza incaricata per l’osservazione dei divieti, e chiedo in maniera serena e credo gentile: “E' possibile che ogni santo giorno qualcuno tagli le corde di segnalazione delle aree interdette, nonostante io personalmente, e non ufficialmente, a mio rischio e pericolo, provveda al ripristino puntuale delle stesse?” E ancora: “Se faccio qualche foto delle mille irregolarità che vedo ogni giorno in questo presunto “santuario del mare” posso denunciare il fatto, utilizzando le foto come prova?” La risposta molto fredda ed altera degli ufficiali è: “Lei segnali, segnali i fatti” e ancora “le foto non valgono nulla, dobbiamo prenderli noi in flagranza di reato”. Ma soprattutto “lei stia distante 50 m dalla parete in frana”, ancora una volta instillando in me l’idea di essere io il fuori legge da tenere d’occhio. Mi chiedo ingenuamente: quando mai prenderanno in flagranza quei furbi che agiscono puntualmente all’alba o di notte? perchè nessuno considera l’idea di utilizzare telecamere occultate e diffuse nella riserva, e perchè non si ostruiscono gli accessi vietati con cavi d’acciaio debitamente tesati e tenuti a galla? Perché qui da noi, ancora una volta, nulla deve funzionare, relegando la nostra regione in coda dopo quei Paesi purtroppo “poveri” che noi definiamo con disprezzo “quarto mondo”? Non voglio a questo punto assurgere a moralista a difesa e protezione di quanto io ritengo già perduto da tempo. E non voglio parlare neanche a favore della nostra risorsa maggiore, il turismo di massa, in quanto è proprio questa la molla incontrollabile dello sfacelo totale, che riempie le tasche ai furbi sabotatori. Io scrivo a nome mio (e di nessun altro), in difesa di chi non appartiene a questa squallida logica di potere ed interessi privati, e per tutti coloro a cui NON è più permesso di fruire, in silenzio, e senza paura, di una natura che non è certo di proprietà di nessuno, inclusi i pochi turisti responsabili. E, chiedo ancora a me stesso, davvero nessuno si accorge di nulla? Imbarcazioni senza nome né numero che scorazzano dentro e fuori da grotte e aree interdette, acqua scooter noleggiati senza patente a chiunque, che incrociano a velocità proibite, sollevando onde enormi. Devo davvero credere che l’autorità costiera ed il Cutgana stesso rilascino ogni anno cento autorizzazioni regolari, in un area così tanto “protetta”? Devo davvero accettare che anche il nostro mare (come le nostre strade), sia appannaggio di signori e corporazioni che dimostrano di avere più potere dello Stato, purtroppo ancora una volta latitante? Dobbiamo davvero farci tutti pestare ogni santo giorno piedi e calli senza reagire, da personaggi equivoci che si atteggiano a proprietari e gestori di quanto a loro viene solo “concesso” di visitare? Ogni altra considerazione filosofica o accademica è inutile e lascio al lettore ogni ulteriore giudizio.
Manlio PassalacquaCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA