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Thailandia: Corte costituzionale sospende premier Prayuth

Su ricorso opposizione. 'Raggiunto limite 8 anni al potere'

Di Redazione |

BANGKOK, 24 AGO – La Corte costituzionale thailandese ha sospeso oggi dall’incarico il primo ministro Prayuth Chan-ocha, accogliendo una petizione dell’opposizione secondo cui il mandato del premier, che è salito al potere con il colpo di stato militare del 2014, avrebbe raggiunto il limite di otto anni imposto dalla nuova Costituzione. Lo riferisce il Bangkok Post. La sospensione di Prayuth, a cui dovrà succedere un premier ad interim in attesa della sentenza della Corte, è arrivata con un verdetto di cinque giudici favorevoli e quattro contrari. La decisione è sorprendente, dato che i membri della Corte sono stati nominati dallo stesso Prayuth dopo il golpe del 2014, e considerando che altre volte in passato tali giudici si erano espressi in favore del premier. Al centro della disputa c’è una norma della Costituzione redatta dai militari nel 2017, che vieta a un leader di governo di restare in carica dopo otto anni consecutivi al potere. Dato che Prayuth fu formalmente investito premier dall’allora re Bhumibol nell’agosto 2014, l’opposizione sostiene che il limite sia stato raggiunto. I sostenitori di Prayuth propongono invece di far partire il conteggio dall’entrata in vigore della Costituzione nel 2017, o persino dalle elezioni che nel 2019 conferirono all’ex generale l’investitura popolare. In vista delle prossime elezioni che devono essere indette prima del prossimo marzo, la questione della sopravvivenza politica di Prayuth rischia di alimentare nuove tensioni nel Paese. Il premier, fortemente osteggiato dalla maggioranza della popolazione e in particolare dai giovani in un periodo di stagnazione economica, è espressione di un blocco di potere che riunisce le famiglie più ricche del Paese, l’esercito e la monarchia.

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