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LA POLEMICA

Forza Italia e il tradimento di Armao candidato del Terzo Polo: «Si dimetta da vicepresidente della Regione siciliana»

Calderone attacca: «È lì grazie a Berlusconi, non è mai statop eletto nemmeno come consigliere di quartiere»

Di Redazione |

«E' duro il giudizio di Forza Italia su Gaetano Armao, il vicepresidente della Regione siciliana esponente fino a ieri del partito di Berlusconi che ha  accolto l’invito del leader di Azione, l’eurodeputato Carlo Calenda e di Italia Viva di Renzi, di candidarsi a governatore. «Che trasformista Gaetano Armao ad accettare la proposta del Terzo Polo che lo ha designato candidato alla Presidenza della Regione», ha affermato il capogruppo di Forza Italia all’Ars, Tommaso Calderone.

Secondo Calderone però «Armao però, prima di accettare la candidatura, non ha avuto la sensibilità di dimettersi da Vicepresidente e Assessore regionale. Gli ricordo infatti che tali cariche, le ha ricevute essendo stato designato da Forza Italia. Negli ultimi cinque anni, con totale ingratitudine ha ricoperto il doppio incarico grazie alla generosità del Presidente Berlusconi, senza mai essersi misurato con il giudizio insindacabile degli elettori. Di fatto non è mai stato eletto, neanche come consigliere di quartiere – puntualizza Calderone -. Un vero camaleonte della politica, che pretende di rappresentare i siciliani saltando da una poltrona all’altra o da uno steccato politico all’altro, con una spiazzante disinvoltura».

Armao ha spiegato di aver maturato la sua decisione dopo aver subito «dall’onorevole Miccichè e dal suo entourage cinque anni di aggressioni personali e politiche, così come il presidente Musumeci. Evidentemente chi ha deciso di disconoscere e contrastare i risultati di un governo che avrebbe dovuto supportare si mette fuori da solo».

«Apprezzo personalmente Carlo Calenda e la sua scelta fatta di costituire un terzo polo – spiega – L’Italia è un paese che ha bisogno di una proposta politica fuori dagli schieramenti tradizionali, una proposta politica che guardi all’Europa, che consolidi la posizione atlantista, che guardi al Mezzogiorno, al Sud, in particolare alla Sicilia».

Gaetano Armao ha ribadito che «quello che ha fatto tracollare tutto è stato il voto contrario annunciato dal capogruppo di Fi in aula, e mi riferisco ai 150 milioni per Palermo e ai 20 milioni per Catania – dice – E’ inammissibile che un Presidente dell’Ars consenta il voto segreto su una cosa del genere. Palermo e Catania possono avere un pregiudizio del genere per livori personali?».

Alla domanda a chi "rosicchierà" più voti con la sua candidatura, risponde: «Io non rosicchio nulla, metto al servizio della Sicilia il mio entusiasmo, l’amore per la Sicilia, le competenze che ho acquisito sul campo e che hanno portato ad alcuni risultati oggettivi». 

Ma ci possono essere alleanze future? «Il futuro credo sia quello sui modelli europei. Penso che era il modello che reggeva Draghi». E dice: «Avere fatto cadere il governo Draghi non è stata una scelta opportuna, il premier Draghi dava all’Italia credibilità e autorevolezza».

Quindi, Armao è ufficialmente fuori da Fi? «Sono ufficialmente candidato di Azione e di Italia viva…». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA