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Mancuso (Salutedonna), ‘oncologia territorio per non abbandonare pazienti’

Di Redazione |

Roma, 19 lug. (Adnkronos Salute) – “Una paziente con tumore al seno, una volta dimessa dall’ospedale, ha bisogno di seguire un percorso ben definito anche sul territorio. Intendo dire che deve essere seguita da medici, infermieri, operatori sanitari che lavorino in un gruppo multidisciplinare. La paziente che torna a casa non deve essere persa di vista dall’équipe che l’ha seguita in ospedale, non va abbandonata. Ma per questo occorre formare il personale specialistico che andrà poi a lavorare sul territorio, solo in questo modo si può garantire la continuità delle cure”. Così all’Adnkronos Salute Anna Maria Mancuso, presidente di Salutedonna onlus, a margine della presentazione di ‘Onconnext – Tumore al seno e oncologia territoriale, un binomio necessario’, documento che per la prima volta vede le principali associazioni di pazienti con tumore al seno sottoscrivere un paper su questo tema: Andos onlus, Europa Donna Italia, Favo Donna, IncontraDonna onlus e Salute Donna onlus. Ed è proprio il ‘nodo’ personale a preoccupare la stessa Mancuso: “Mi auguro che arrivi, perché i fondi del Pnrr non prevedono un incremento del personale, ma soltanto la realizzazione edilizia di nuovi ospedali. Mi chiedo a cosa serviranno queste grandi cattedrali senza le risorse umane”. Uno stretto coordinamento tra il Centro di senologia e le strutture territoriali, una figura di raccordo che segua la donna nei suoi spostamenti tra assistenza ospedaliera e sul territorio, l’attenzione alla multidisciplinarietà, la presenza nel percorso di cura delle associazioni dei pazienti, l’uso di terapie che consentano la delocalizzazione del trattamento sul territorio. Sono alcune delle 10 proposte lanciate dalle associazioni dei pazienti. E in merito al ruolo che le associazioni hanno avuto nello stilare il ‘decalogo’ per rinnovare i percorsi di diagnosi e cura delle donne con tumore al seno e consentire un’assistenza quanto più possibile vicino al loro luogo di vita, Mancuso non ha dubbi: “Noi vogliamo essere partner delle istituzioni per riprogettare insieme la macchina sanitaria e il futuro dell’oncologia. Questo documento non è la fine, ma un inizio per arrivare a creare un’oncologia ideale per noi pazienti”.

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