PALERMO
Covid, il primario del pronto soccorso del Cervello: «I fragili continuano a morire, state alla larga dagli assembramenti»
E in città si teme l'effetto Festino. Oggi e domani il capoluogo celebra la sua patrona, Santa Rosalia,
"Bisogna proteggere i fragili". Tiziana Maniscalchi, direttore dell’Area di emergenza dell’ospedale Cervello di Palermo lo ripete come un mantra. Nei giorni in cui i contagi sono tornati a salire e fuori dal nosocomio sono tornate le file di ambulanze lei si prepara al peggio. L’effetto Festino. Oggi e domani la città celebra la sua patrona, Santa Rosalia, con il Carro trionfale della Santuzza che stasera tornerà a sfilare lungo il Cassaro. "Intorno al 20-25 luglio vedremo le conseguenze degli assembramenti di stasera", dice sconsolata all’Adnkronos. L’appello è rivolto ancora una volta ai fragili. "A loro dico di tenersi alla larga, di stare a casa". E tutti gli altri? "Indossino la mascherina e per i prossimi 10-14 giorni evitino contatti con soggetti che possono essere a rischio di sviluppare la malattia".
Il timore, neppure troppo nascosto, è quello di un’impennata di contagi che potrebbe mettere sotto pressione un sistema che al momento regge. "In questo momento riusciamo a gestire la situazione – assicura -. Se ci dovesse essere un incremento improvviso di casi saremmo in difficoltà. La situazione attuale ci deve fare riflettere. Non voglio essere allarmista, ma siamo ancora in una situazione pandemica, non in una endemica. I numeri sono ancora molto alti. Già siamo al limite massimo della capienza dei posti letto della provincia". Trecentosettanta. A breve sarà riconvertito il reparto di Pneumologia del Policlinico di Palermo. "Per gli ultra fragili sono tornate le polmoniti che necessitano della terapia sub-intensiva, la nostra è già piena. C'è un clima di preoccupazione tra noi sanitari", ammette. Nelle ultime settimane si è registrato un raddoppio degli accessi al pronto soccorso.
"Con un incremento almeno del 60 per cento dei ricoveri. Oggi tra residenze assistite e ospedali parliamo di circa 20 persone ricoverate al giorno, eravamo arrivati ad averne 4/5 a maggio, quando abbiamo iniziato a vedere questo incremento". Perché proprio a maggio, con il venir meno di molte restrizioni, l’Isola si è riempita di turisti e con i turisti sono arrivate le varianti. "Siamo stati tra le prime regioni ad averle ma era inevitabile". Il resto lo ha fatto l'abbandono dei dispositivi di protezione e un clima da liberi tutti.
"Abbiamo numeri per cui in qualche modo le restrizioni dovrebbero essere consigliate – dice Maniscalchi -. La vera barriera è la mascherina, è una malattia che si trasmette per via aerea. L’obbligo potrebbe essere reintrodotto in alcuni casi particolari, come gli assembramenti in luoghi chiusi. Tornare a una mascherina obbligatoria per tutti e ovunque, purtroppo, mi sembra anacronistico. Non verrebbe accettata dalla maggioranza della popolazione".
Nelle ultime settimane al pronto soccorso del Cervello continuano ad arrivare gli ultra fragili. "Di certo non passeggiano per strada, segno che il virus circola nelle case. Lasciare passare il messaggio che siamo fuori da tutto è un errore. Io non voglio seminare il terrore, ma occorre dire che la patologia c'è e procura danni non indifferenti. Martedì abbiamo intubato un ragazzino di 17 anni tetraplegico con una polmonite al 60 per cento, nonostante le tre dosi di vaccino… Di questi esempi ce ne sono tantissimi, così come ci sono quelli che guariscono tranquillamente. Ma io non posso fare finta di niente. Per me è sempre un inferno vedere 50 pazienti in pronto soccorso e di nuovo le morti da Covid".
Ad aggravare la situazione il rallentamento della campagna vaccinale. "Le quarte dosi non sono andate benissimo – ammette il direttore dell’Unità operativa complessa Medicina e chirurgia d’accettazione e urgenza dell’ospedale Cervello -. Il motivo? Forse c'è stata poca fiducia nell’utilizzo di questo vaccino che risulta ormai datato. La comunità scientifica, però, ha dimostrato che, pur se non specifico, stimola il sistema immunitario a rispondere alle ultime varianti". Ma contro il Covid c'è anche un’altra arma "efficacissima": gli antivirali orali. "Se ne parla poco, ma questi farmaci hanno ha possibilità di combattere il virus nella progressione della malattia", spiega Maniscalchi, che di questi farmaci ne ha già prescritti un migliaio. "Tra tutti i pazienti praticamente nessuno è tornato con la malattia conclamata", dice. Dal 5 maggio anche i medici di famiglia possono prescriverli. "Su questo aspetto bisogna accendere i riflettori. Gli antivirali sono efficaci. Oggi abbiamo numeri da ondate di lockdown ma armi diverse e dopo due anni e mezzo di pandemia bisognerebbe avere una coscienza diversa, adottando tutti quei comportamenti che riducono la diffusione del virus. Non dico che è una malattia mortale per tutti, ma per i fragili non è una semplice influenza: loro continuano a morire". COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA