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Vezzali: “Lavoratori sportivi? Serve una disciplina ad hoc”

'Per decenni disciplinata solo la prestazione professionistica'

Di Redazione |

ROMA, 11 GIU – “Per decenni il legislatore ha disciplinato soltanto la prestazione sportiva professionistica, mentre non esiste ancora quella dilettantistica. La mancanza di una disciplina sostanziale ha determinato assenza di tutele, difficoltà operative e forti incertezze interpretative sull’inquadramento degli operatori. E tuttora determina il rischio di differenze di trattamento”. Lo ha detto Valentina Vezzali, sottosegretaria allo Sport, durante il convegno organizzato dall’Us Acli all’interno dello SportINTour di Pesaro dal titolo ‘Sport sociale e per tutti: ambiti di intervento e connessioni tra la riforma dello sport e del terzo settore’, in programma nel Cinema Astra. “Lo sport ha necessità di una disciplina ad hoc vista la sua poliedricità – ha continuato -. E qui vendiamo al decreto 36 n.2021 che ha dato attuazione alla legge delega del 2019 e rappresenta un meritorio tentativo di superare il vecchio luogo comune per cui chi lavora nello sport è professionista, chi gioca è dilettante. Ora siamo al lavoro per apportare correttivi al decreto 36 e l’obiettivo è dare risposte alle diverse aree dello sport, che non possono essere soddisfatte con una soluzione unica per tutti”.

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