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Colombia: domenica al voto, 300.000 uomini per la sicurezza

Annunciata anche chiusura delle frontiere terrestri e fluviali

Di Redazione |

BOGOTÁ, 27 MAG – A due giorni dallo svolgimento in Colombia di cruciali elezioni presidenziali che potrebbero cambiare il volto politico del Paese, il ministro della Difesa, Diego Molano, ha annunciato il dispiegamento in tutti i dipartimenti colombiani di 300.000 uomini di polizia e forze armate, a tutela della regolarità e sicurezza del voto. In una conferenza stampa ieri, Molano ha spiegato che la misura si propone di raggiungere vari obiettivi: garantire che i cittadini possano votare liberamente in tutti i seggi; che le attività logistiche di distribuzione del materiale, l’arrivo e l’acquisizione di esso da parte del personale del seggio, siano accompagnate dagli organismi di sicurezza; che ci sia piena tutela dei candidati, non solo prima, ma anche durante il giorno del voto, e che anche nell’eventualità di un secondo turno vi sia massima sicurezza. Da parte sua il direttore di Migraciones Colombia, Juan Francisco Espinosa, ha reso noto che il governo ha disposto la chiusura dei suoi valichi di frontiera terrestre e fluviale da domani alle 18:00 locali, fino a lunedì 30 maggio alle 6:00. Espinosa ha indicato che con la sospensione del transito alle frontiere con Venezuela, Ecuador, Perù e Brasile si cerca di garantire la normalità durante la giornata. Non si tratta di una misura eccezionale, ha concluso, perché già adottata storicamente sempre in occasioni simili. Domenica oltre 39 milioni di colombiani avranno la possibilità di votare per eleggere il successore del presidente della repubblica uscente Iván Duque per il periodo 2022-2026. Secondo i sondaggi, ampiamente favorito al primo turno è il leader della coalizione di sinistra Pacto Histórico, Gustavo Petro. Lo sfideranno cercando di accreditarsi per un eventuale ballottaggio previsto per il 19 giugno, il leader della destra Federico Gutiérrez, con l’outsider indipendente Rodolfo Hernández o, con meno probabilità, con il centrista Sergio Fajardo.

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