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Il sostegno di Cuffaro e Dell’Utri a Lagalla diventa un caso, ma l’ex rettore: «Contro di me solo provocazioni»

Accordo nel centrodestra:; subito 7 assessori e gli altri 4 (compreso il vicesindaco) dopo il voto e in base al risultato elettorale

Di Redazione |

«Non trovo nessun articolo di legge o della Costituzione che mi dica che io debba respingere la lista di Totò Cuffaro, fatta tutta di candidati che ovviamente hanno le carte in regola», solo perché Cuffaro «ha avuto dei problemi personali e giudiziari e oggi è non un mio interlocutore ma capo di una forza politica che è all’interno di una coalizione che ha trovato in me la sintesi».

Lo ha detto Roberto Lagalla candidato sindaco a Palermo del centrodestra, rispondendo ai cronisti a margine di una riunione della coalizione che lo sostiene , sulle polemiche legate al sostegno sia di Totò Cuffaro che ha scontato una condanna per favoreggiamento personale e rivelazione di segreto istruttorio che di Marcello Dell’Utri, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.

«Di questa storia non ne posso più. La stanno montando e strumentalizzando poiché evidentemente c'è pochezza di altri argomenti contro di me. Non intendo rispondere alle provocazioni finché resteranno tali. Posso ben dimostrare nel mio curriculum, nella mia vita e nella storia personale di non avere mai avuto niente a che fare con la mafia. Il mio rapporto con Cuffaro è antico, ne sono stato assessore, e abbiamo chiuso un piano di rientro sanitario che nessun altro aveva mai chiuso prima».

Ad accendere i riflettori sul sostegno di Totò Cuffaro e Marcello Dell’Utri a Lagalla, sono state le recenti dichiarazioni dell’ex magistrato Alfredo Morvillo, fratello di Francesca e cognato di Giovanni Falcone, assassinati da Cosa nostra nel '92, assieme agli agenti di scorta, nella strage di Capaci. Morvillo aveva detto: «A trent'anni dalle stragi la Sicilia è in mano a condannati per mafia. C'è chi attualmente strizza l’occhio a personaggi condannati per mafia. C'è una Palermo che gli va dietro, se li contende e li sostiene. Davanti a questi fatti mi viene in mente un cattivo pensiero: certe morti sono stati inutili. Qui sono accadute cose inaudite. Ma la libidine del potere spinge alcuni a stringere alleanze con chicchessia».

«Per quanto riguarda Dell’Utri – ha detto Lagalla – io sono stato oggetto passivo di una attestazione personale di considerazione da parte sua. Che questo possa dare fiato alle trombe, che dicono che sia un mio possibile ispiratore di azione di governo, c'è la mia storia che parla e che è adamantina, pulita, e non intendo farla sporcare da nessuno».

Intanto la candidatura di Lagalla prende corpo: sette assessori subito, gli altri quattro dopo il voto ma la composizione finale della squadra comunque sarà condizionata dai risultati che otterranno i singoli partiti alle Comunali del 12 giugno. E’ l’accordo raggiunto durante la riunione che si è tenuta a Palazzo dei Normanni dai partiti del centrodestra che sostengono il candidato sindaco a Palermo, Roberto Lagalla. In questa prima fase designeranno un assessore a testa Forza Italia, FdI, Lega-Prima l’Italia, Udc, Ncl, autonomisti-Alleanza per Palermo e Dc Nuova; le altre due liste potranno ottenere posti in giunta solo se supereranno la soglia del 3,5% concordata dalla coalizione. Comunque il risultato delle urne potrebbe cambiare la composizione della giunta, in sostanza chi tra le liste conquisterà più voti potrebbe avere più assessori. Anche il ruolo di vice sindaco sarà assegnato alla lista che otterrà il risultato migliore.  Durante il vertice al quale hanno preso parte tutti i partiti e anche il leader di Fi Gianfranco Miccichè, Lagalla ha consegnato agli alleati il programma, al momento 43 pagine, dando tempo ai partiti per presentare eventuali integrazioni.  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA