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**Roma: eseguito sequestro beni per 500mila euro a Pasquale Vitalone**

Di Redazione |

Roma, 11 mag. – I Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, a conclusione di indagini patrimoniali e bancarie, svolte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di via In Selci con il coordinamento della Procura della Repubblica capitolina – Direzione Distrettuale Antimafia, hanno dato esecuzione al Decreto di sequestro dei beni, emesso dal Tribunale di Roma – Sezione “Misure di Prevenzione”, nei confronti di Pasquale Vitalone, 46 anni. Il destinatario del sequestro è stato ritenuto socialmente pericoloso, in ragione di numerosi procedimenti penali nei quali è stato condannato per associazione mafiosa e reati contro il patrimonio.

È attualmente sottoposto a regime di custodia cautelare, in quanto palesatosi quale presunto capo-promotore di una associazione dedita al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti. L’odierno provvedimento si inserisce nella più ampia strategia di contrasto alle associazioni criminali con l’aggressione dei loro patrimoni illecitamente accumulati. Le attività investigative hanno consentito di ricostruire e individuare parte dei beni illeciti di Vitalone e, in particolare: una villa con giardino, nella disponibilità materiale della moglie del proposto, del valore di circa 250.000 euro; una attività di ristorazione “tavola calda” con annessa tabaccheria, del valore stimato complessivamente in circa 250.000 euro.

L’indagine “Enclave”, coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, aveva disarticolato nel febbraio 2021 una vasta rete criminale dedita al traffico di ingenti quantitativi di cocaina, hashish e marijuana, operativa nella zona nord ovest della Capitale, precisamente a Casal del Marmo, con influenze anche nelle borgate di Tor Bella Monaca e Borghesiana, associazione di cui Vitalone è indiziato di esserne il capo-promotore. Le indagini avevano anche evidenziato rilevanti elementi di collegamento tra Vitalone ed esponenti di primo piano della ‘ndrangheta (in particolare della cosca Alvaro di Sinopoli), con cui l’indagato avrebbe intessuto legami finalizzati alla compravendita di sostanze stupefacenti.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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