Economia
Pmi: Bocconi, buona governance limita perdite nelle crisi
2020, calo fatturato inferiore di 2,3 punti rispetto alle altre
MILANO, 27 APR – La crisi dovuta all’emergenza pandemica ha colpito tutte le imprese italiane, ma quelle che hanno cambiato la propria governance aziendale in un’ottica più evoluta e moderna hanno limitato i danni, mostrando una performance superiore. Nel 2020, infatti, le aziende la cui governance si è evoluta hanno avuto un calo del fatturato del 6,8%, rispetto all’9,1% delle imprese che hanno avuto un peggioramento nella propria governance. A rilevarlo il Report 2022 del Corporate Governance Lab della SDA Bocconi e realizzato con il contributo di PwC TLS, Banca Generali e NUO e che ha analizzato le 5.398 imprese italiane con fatturato superiore ai 50 milioni di euro, monitorandone la governance e l’assetto proprietario nel biennio 2018-2020. L’indice di corporate governance (ICG) è calcolato sulla base di cinque parametri e secondo la ricerca nel 2020 la diversity del Cda è aumentata in 229 imprese, il CdA è stato introdotto ed è stato aperto a consiglieri esterni rispettivamente in 79 e 182 casi, mentre hanno separato le cariche di presidente e amministratore delegato 377 imprese, e 251 sono passate a una leadership individuale, portando le imprese con un ICG in crescita a 771, cioè il 14% del totale. Questo, secondo la ricerca, ha portato le aziende con una perdita rispetto al 2019 in crescita del 7,1% tra quelle indice di governance in peggioramento, rispetto al 5,2% delle imprese con indice stabile e il 4,4% di quelle in miglioramento. Secondo la ricerca un punto aggiuntivo di indice porterebbe a un aumento addirittura del 14,9% della probabilità di pagare dividendi, mentre si accompagna a una diminuzione del 7,4% della necessità di ricorrere a misure statali di sostegno. Inoltre, le imprese con ICG più elevato hanno il 2,22% di possibilità di essere presenti nei Paesi a basso rischio politico ma solo lo 0,86% in quelli ad alto rischio politico, mentre per quelle con indice ICG più basso avviene il contrario: hanno l’1,27% di probabilità di investire in Paesi a minor rischio, contro una probabilità quasi doppia (il 2,44%) di essere in Paesi più problematici. Infine, il 67% delle imprese con ICG alto ha una strategia ESG formalizzata, contro il 58% delle imprese con ICG basso.