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Tunisia: petroliera affondata, iniziati primi interventi

Supporto anche dall'Italia per evitare il disastro ambientale

Di Redazione |

TUNISI, 17 APR – I sommozzatori hanno iniziato a ispezionare lo scafo della petroliera ‘Xelo’, inabissatasi ieri al largo di Gabes in Tunisia con il suo carico di 750 tonnellate di gasolio. Lo ha detto il ministro dei Trasporti tunisino Rabii Majidi, in conferenza stampa, affermando che non si è registrata al momento alcuna perdita di carburante. Il ministro, oggi sul luogo dell’incidente insieme alla titolare del dicastero dell’Ambiente, Leila Chikhaoui, ha aggiunto che i subacquei stanno lavorando per agganciare la barca ai rimorchiatori che la riporteranno a galla. “Questa operazione è tanto delicata quanto complicata, richiede grande abilità”, ha osservato il ministro. Si tratta di una vera e propria corsa contro il tempo per scongiurare una catastrofe ambientale, anche perché, come ricordato dal Wwf, il luogo del naufragio è ” zona di pesca per 600 pescatori” e il Golfo di Gabes “ne ospita circa 34 mila che da decenni subiscono attacchi chimici inquinanti” a causa delle industrie che lavorano i fosfati. La Marina militare sta attualmente supervisionando gli interventi per prevenire l’inquinamento marino sulle coste di Gabes, ha affermato il ministero della Difesa di Tunisi, aggiungendo che i Paesi “amici” hanno offerto aiuto per prevenire fuoriuscite di carburante e scongiurare un disastro ambientale. L’Italia ha messo a disposizione due navi, mezzi aeronavali e anche un drone subacqueo per supportare le autorità locali nell’attività di sorveglianza e monitoraggio di eventuali sversamenti in mare.In particolare, il Comando operativo di vertice interforze ha allertato sia mezzi aeronavali sia i pattugliatori Vega e Orione.

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