Denuncia
“A Licata sembra di assistere alla diatriba tra don Camillo e Peppone”
Lo sostiene il deputato regionale, Carmelo Pullara: "Il sindaco Galanti consente tutte le manifestazioni e su quelle religiose pone il veto per il pericolo Covid. C'è qualcosa che non torna"
"Ho aspettato in un silenzio per così dire religioso, mai aggettivo fu quanto più azzeccato, le decisioni sullo svolgimento delle processioni della Settimana Santa preludio ad analoghe decisioni sulle feste del Santo Patrono Sant’Angelo, anche se lì aggravate dalla diatriba imbastita dal Galanti oggi sindaco di Licata contro la congregazione Carmelitana quasi a ricordare le dispute tra Peppone e don Camillo".
Sono le parole dell’on. Carmelo Pullara di “Prima l’Italia”.
"Ci sarebbe da ridere se non da piangere con un’espressione “Puru cca ciesa sa piglia”. Ero già intervenuto questa estate – spiega Pullara – su analoga situazione additando la diversità comportamentale rispetto alle manifestazioni sportive e taluni avevano criticato il mio intervento. Orbene mi chiedo e chiedo ma se da l’1 di Aprile è cessata l’emergenza covid e conseguentemente gli stadi sono al 100%, i concerti si possono fare regolarmente, le aggregazioni senza limiti sono consentite ed a Licata, in particolar modo, si è consentito, prima della fine dell’emergenza, lo svolgimento di manifestazioni sportive che hanno determinato aggregazione, onestamente non comprendo queste perplessità fino allo stop delle processioni religiose. La salute viene prima di tutto ma occorre anche un approccio sereno anche perchè ribadisco, perché solo quelle religiose vengono negate? Il sindaco –prosegue Pullara – è la massima autorità sanitaria e se lo deve ricordare non solo quando indossa la fascia e si prende il posto in prima fila ma, anche e soprattutto, quando c’è da assumere decisioni e responsabilità, ripeto continuo a non capire perché solo con quelle religiose no e tutto il resto si. Sono assolutamente contrario che le processioni non si svolgano non solo perché privano la popolazione licatese di una momento di culto e preghiera di comunità ma anche per la pesantissima ricaduta economica che la decisione avrà sugli esercenti che aspettavano una boccata di ossigeno dopo il soffocamento subito a causa della pandemia".
Ci siamo vaccinati e abbiamo chiesto alla popolazione di vaccinarsi ora sia ha il diritto di tornare alla normalità.
Torna a ripetere non comprendo come mai solo sul piano religioso ci sono restrizioni, c’è sempre tempo per rimediare. – conclude Pullara.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA