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Ucraina, Mariupol è circondata e Biden avverte: «Scontro tra Nato e Russia sarebbe guerra mondiale»

Nella città martire dell'Est già 1600 morti 

Di Redazione |

Mariupol, una delle città simbolo della guerra in Ucraina, è ora completamente bloccata. Circondata dalle forze russe. A darne notizia è stato il ministero della Difesa russo, citato dalla Tass, secondo cui «tutti i ponti sono stati distrutti e le strade minate dai nazionalisti» ucraini. Nel centro quasi 1.600 persone sono state uccise dall’inizio dell’invasione, secondo quanto afferma il municipio cittadino. Intanto, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden avverte: «Uno scontro diretto tra Nato e Russia provocherebbe la terza guerra mondiale».   

Il conflitto in Ucraina ha sempre maggiori risvolti economici. Gli Stati Uniti hanno infatti vietato le importazioni di bevande alcoliche, pesce e diamanti dalla Russia. Mettendo di fatto il divieto a vodka russa e caviale. «Il mondo libero si è unito contro Putin», ha sottolineato Biden, annunciando le nuove misure contro la Russia. Gli Usa hanno revocato alla Russia lo clausola di nazione più favorita, mettendo fine a rapporti commerciali normali e aprendo a dazi pesanti sui prodotti. «Domani adotteremo un quarto pacchetto di sanzioni», ha annunciato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.   

Sul piano interno russo il regolatore dei media ha limitato l'accesso a Instagram. Sono quindi tanti i cittadini di quel Paese che stanno lasciando il social in queste ore. L’Ufficio del procuratore generale ha cancellato il proprio account accusando Instagram di «indulgenza» nei confronti dei post che incitano alla violenza verso i cittadini della Federazione Russa, inclusi i militari». Stessa decisione anche dal ministero dell’Interno e dal sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin. Lo stesso ufficio del procuratore generale ha chiesto che Meta, la società che detiene Facebook e Instagram, venga riconosciuta come organizzazione estremista, dopo che i due social hanno tolto la censura ai post contro la Russia. «Quello che Meta sta facendo è chiamato 'incitamento all’odio razzialè che nella legislazione russa si qualifica come estremismo», ha detto il vicecapo del comitato russo sulle tecnologie e le comunicazioni, Anton Gorelkin. 

Sulla crisi è nuovamente intervenuto anche il presidente del Consiglio Mario Draghi. «Putin non vuole la pace – ha detto – il suo piano sembra essere un altro. Io mi auguro che al più presto si arrivi ad uno spiraglio e noi faremo di tutto affinché Ucraina e Russia arrivino a parlarsi, purché sia preservata la dignità dell’Ucraina». Sempre in campo economico, il cancelliere tedesco Scholz ha detto che l’Europa «non fermerà le importazioni nel campo dell’energia, ma usciremo da questa dipendenza».

Per Berlino, «è una decisione consapevole, giustificata e comprensibile» e c'è «unità» sulle sanzioni alla Russia tra i leader europei. «L'Europa non può prendere le stesse misure» di Usa e Canada, ha sottolineato Scholz, aggiungendo che l’Ue intende continuare «a spingere su sanzioni che hanno un impatto diretto sulle opportunità di sviluppo economico della Russia, incluse quelle finanziarie».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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