Conseguenze
Ucraina, il piano dell’Italia contro l’aumento dei prezzi nell’agroalimentare
Partita la road map del governo con il premier Mario Draghi che al summit di Versailles chiede di affrontare la mancanza di materie prime anche nell’agroalimentare
I primi 15 giorni di conflitto tra Russia e Ucraina, la crisi energetica e la paralisi dei trasporti mercantili nel Mar Nero, hanno già messo sotto scacco l'agroalimentare italiano, al palo tra blocco delle forniture cerealicole e di olio di girasole. Oggi, alla luce del Sos lanciato dal ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli nell’informativa al Consiglio dei ministri, è partita la road map del governo con il premier Mario Draghi che al summit di Versailles chiede di affrontare la mancanza di materie prime anche nell’agroalimentare. Un vertice che si tiene nel giorno in cui proprio il presidente russo Putin avverte: «le sanzioni alla Russia potrebbero provocare un ulteriore aumento dei prezzi alimentari a livello mondiale».
«Così come avvenuto per contrastare le drammatiche conseguenze di carattere economico e sociale derivanti dal diffondersi della pandemia da COVID-19, ha detto il ministro Patuanelli davanti ai colleghi riuniiti a palazzo Chigi, la risposta dovrebbe concretizzarsi nell’adozione di un Energy Recovery Fund, finanziato dal debito pubblico europeo comune: è questa, a mio modo di vedere, la soluzione preferibile, forse l'unica, per fronteggiare una situazione inedita e straordinaria di vertiginoso aumento dei prezzi».
Per Patuanelli prioritari sono aiuti di Stato in deroga, così come avvenuto per l’emergenza Covid, e la rimozione di alcune misure stringenti della Pac, oltre che una serie di misure di sostegno nazionali. E’ necessario – ha sottolineato Patuanelli in Consiglio dei ministri – attivare un regime di aiuto straordinario sul modello dell’emergenza Covid per autorizzare aiuti di Stato in deroga, attivare un programma straordinario di ristrutturazione del debito delle imprese agricole in deroga alle norme sugli aiuti di Stato». L’aumento generalizzato di quasi tutte le materie prime e dei costi energetici, ha sottolineato ancora Patuanelli «sta progressivamente erodendo la redditività dell’attività economica». Per quel che riguarda la Pac, tenuto conto dell’esigenza di riorientare gli strumenti a disposizione per sostenere le produzioni più strategiche, secondo Patuanelli, "occorre posticipare l’entrata in vigore delle misure volte a limitare la produzione, incrementare la percentuale dei pagamenti accoppiati per le produzioni più strategiche e per le quali la Ue non è autosufficiente; consentire ai fini produttivi l'utilizzo delle superfici lasciate a riposo e di tutti i pascoli; introdurre un contributo flat «ex novo» per tutte le superfici agricole utilizzate per ammmortizzare gli aumenti dei costi di produzione». E va anche «rimosso il vincolo al non incremento della superficie irrigabile, per aumentare la produttività del settore agroalimentare».
Mentre sul fronte nazionale ha chiesto di incentivare operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito bancario delle imprese agricole, garantire una moratoria alle scadenze dei termini relativi all’indebitamento con istituti di credito o altri operatori; adottare misure per sostenere la domanda interna; sostenere il potenziamento delle produzioni nazionali e finanziare specifiche misure di sostegno alle filiere più esposte anche con la sospensione degli oneri previdenziali a carico dei datori di lavoro. Intanto il sottosegretario alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio ha convocato al Mipaaf il Tavolo su grano e cereali e ha chiesto alla Ue che almeno un milione di ettari di terreni del Fondo di rotazione tornino a essere seminati a girasole e mais per renderci meno dipendenti dai fornitori esteri. " COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA