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Arzà (Assogasliquidi): “Valore filiera Gpl supportato da dati scientifici”
Roma, 7 mar. – “Eravamo già consapevoli del fatto che anche nel settore del riscaldamento domestico e industriale, in termini di emissioni il Gpl è una delle fonti più pulite come confermano molti autorevoli studi realizzati da associazioni, istituti ed enti nazionali e internazionali. L’indagine del Politecnico però è andata oltre, perché ha considerato tutti gli effetti negativi sulla sostenibilità che comprende non solo l’ambiente ma anche la salute e il consumo di risorse. Nel farlo, il gruppo di ricerca Aware del Politecnico di Milano ha considerato il Life Cycle Assessment, secondo un principio che dovrebbe sempre governare questo tipo di misurazioni per capire con esattezza gli impatti di determinati impianti e fonti energetiche: ossia misurare tutto il ciclo di vita”. Lo afferma Andrea Arzà presidente Assogasliquidi-Federchimica, in occasione della presentazione dello studio del Politecnico di Milano commissionato da Assogasliquidi-Federchimica per confrontare le principali fonti di energia ad uso domestico e industriale. “Riteniamo necessario che i decisori pubblici adottino provvedimenti conseguenti rispetto ai dati oggettivi che emergono dai confronti sia nel settore della combustione che in quello dell’autotrazione a cominciare dalle posizioni che il nostro Governo dovrà prendere nella discussione a livello comunitario del pacchetto ‘Fit for 55′”. Secondo Arzà, “ciò garantirebbe il corretto rispetto del principio di neutralità tecnologica, senza quindi un salto immediato nel buio verso un’unica fonte e soprattutto garantendo in necessario contemperamento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 con quelli di rispetto della qualità dell’aria e di tutela dai danni sanitari connessi all’inquinamento atmosferico. In questa scia il settore del Gpl è pronto e sta investendo in ricerca e sviluppo di processi che consentiranno di disporre già dal 2030 di quantità di bioGpl e di altri prodotti rinnovabili da miscelare al Gpl per ulteriormente ridurre la sua impronta carbonica”.