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Negoziati Russia-Ucraina: incontro nella foresta con un’ipotesi di cessate il fuoco

L'ipotesi di pace sul tavolo così come ha riferito il capo negoziatore di Mosca, Vladimir Medinsky, citato da Interfax

Di Redazione |

Il secondo round dei colloqui tra Russia e Ucraina si svolgerà domani mattina e non in serata come in un primo tempo aveva affermato su Facebook David Arakhamia, membro della delegazione ucraina e capo del partito di governo Servitori del popolo, citato dalla Tass. Il capo negoziatore di Mosca, Vladimir Medinsky, ha infatti precisato che la delegazione ucraina arriverà nella  località prevista per i colloqui con la Russia domani mattina. Come luogo per i negoziati è stata scelta, di comune accordo con Kiev, l’area della foresta di Bialowieza, al confine tra Bielorussia e Polonia. Per lo spostamento, l'esercito russo ha fornito un corridoio di sicurezza alla delegazione ucraina, ha aggiunto, citato dalla Tass. Dal canto suo, Kiev ha confermato che i suoi negoziatori sono  partiti per raggiungere il luogo dell’incontro. 

Altra notizia importante è quella di un'ipotesi di un cessate il fuoco che sarà sul tavolo dei negoziati, così come ha riferito sempre il capo negoziatore di Mosca, Vladimir Medinsky, citato da Interfax.

La Russia sta muovendo "armamenti eccezionalmente letali" in Ucraina, comprese bombe a grappolo e termobariche: lo ha detto l'ambasciatrice Usa all'Onu Linda Thomas-Greenfield intervenendo al Palazzo di Vetro prima del voto sulla risoluzione contro Mosca per l'invasione dell'Ucraina.

Prime prese di distanza tra la base della Chiesa ortodossa russa e il Patriarcato di Mosca guidato da Kirill. "Piangiamo il calvario a cui nostri fratelli e sorelle in Ucraina sono stati immeritatamente sottoposti", dice un gruppo di 236 sacerdoti e diaconi della Chiesa ortodossa russa definendo la guerra in Ucraina "fratricida", e chiedendo la riconciliazione e un immediato cessate il fuoco. La lettera è rilanciata da Vatican News. Il Patriarcato di Mosca è storicamente legato a doppio filo con il Cremlino. Non ci sarebbero tra le firme quelle di metropoliti, le figure più alte in gerarchia. La lettera è aperta ad altre firme.

La città portuale di Mariupol, situata sulla costa settentrionale del mar d'Azov, al centro di un assalto delle forze russe, non ha più acqua mentre 500 mila persone sono rimaste bloccate. L'allarme arriva dal sindaco della città, Vadym Boichenko, come riporta il Guardian. "Le forze di occupazione della Federazione russa hanno fatto di tutto per bloccare l'uscita dei civili dalla città, bloccando mezzo milione di persone", ha affermato precisando che "non possiamo nemmeno prendere i feriti dalle strade, dalle case e dagli appartamenti oggi, poiché i bombardamenti non si fermano".

"Non possiamo contare il numero delle vittime, ma crediamo che almeno centinaia di persone siano morte. Non possiamo entrare per recuperare i corpi". Lo ha riferito alla Bbc il vice sindaco di Mariupol, Sergiy Orlov, sottolineando che un distretto lungo il fiume, normalmente abitato da 130.000 persone, è stato "quasi completamente distrutto". "L'esercito russo qui sta mettendo in campo tutte le sue armi: artiglieria, sistemi di lancio di razzi, anche tattici e aerei. Stanno cercando di distruggere la città", ha aggiunto Orlov.

Anche la delegazione negoziale russa si sta dirigendo nella località tenuta segreta dove si svolgeranno i colloqui con l'Ucraina. Lo riporta l'agenzia statale bielorussa Belta.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA