PRIMOPIANO
Studio Ue, il rilancio di città produttive è la chiave per il futuro
BRUXELLES – Un catalizzatore di crescita, ricerca e innovazione, ma anche un elemento cruciale per garantire una maggiore resilienza di fronte a varie crisi. Negli ultimi anni i centri urbani europei hanno riscoperto l’importanza dell’industria per le economie locali, promuovendo iniziative volte ad attrarre talenti, investimenti e imprese o a preservarne la presenza in città.È quanto emerge dal .In questo contesto favorevole, spiegano i ricercatori, alcune attività industriali sono tornate negli agglomerati urbani e, sebbene la natura di tale ritorno differisca sostanzialmente da quanto avvenuto nei decenni precedenti, si può comunque riconoscere in esso un importante rilancio. In quest’ottica, le città metropolitane giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo di strategie industriali adeguate, sia costruendo visioni e scenari, sia mettendo a disposizione incentivi e strumenti per stringere un nuovo dialogo tra città e manifattura.Nello studio si riportano diversi esempi: dai programmi di Bruxelles che promuovono l’economia circolare, ai progetti che mixano industria, residenza, funzioni culturali, come a Rotterdam, ai piani per la costruzione di modelli urbani nuovi, come osservato a Parigi e Londra. Tra i casi presi in esame anche quello di Torino dove sono stati realizzati progetti che mirano a riusare aree dismesse in città per riportarvi funzioni produttive avanzate.”L’Ue è particolarmente attenta a questa sfida, come sottolinea la nuova Carta di Lipsia sulle città europee sostenibili, approvata nel novembre 2020 – spiega-. Nel documento si propongono tre chiavi per la città del futuro, tra cui proprio la ‘città della produzione’, e si chiede alle città di andare in questa direzione, superando l’idea che la manifattura non sia compatibile” con gli agglomerati urbani.Il progetto si conclude con una serie di raccomandazioni rivolte agli enti locali perché diventino protagonisti di questo rilevante processo di pianificazione strategica, suggerendo da un lato la necessità di osservatori più attenti sui processi in atto, e fornendo dall’altro strumenti che permettano di mantenere e rilanciare il ruolo dell’industria nelle città, di costruire spazi integrati, di rendere le aree urbane dei luoghi accoglienti.