IL PROGETTO
Covid, l’ospedale San Marco di Catania scelto per girare un docu-film sulla pandemia
Tra i protagonisti a rappresentare le strutture di emergenza urgenza del Sud, accanto ai sanitari di Napoli, sono i medici e gli infermieri etnei del nosocomio di Librino
L’Azienda ospedaliero universitaria "G. Rodolico-San Marco" di Catania è stata scelta quale location per un documentario sulla medicina di emergenza urgenza ed i suoi protagonisti, realizzato dalla Società italiana medicina di emergenza urgenza (Simeu) e girato durante in un periodo particolarmente difficile, quello della seconda ondata della pandemia. Tra i protagonisti a rappresentare le strutture di emergenza urgenza del Sud, accanto ai sanitari di Napoli, sono i medici e gli infermieri di Catania, quelli dell’ospedale San Marco di Librino.
Il titolo del mediometraggio, '90 secondi – Storie di Pronto Soccorso fra emergenza e urgenzà, curato da Davide Demichelis, con la direzione creativa di Angela Gianotti, la fotografia di Orazio Truglio, le musiche originali di Fabio Barovero, il montaggio di Alessandro Pardi e le riprese del team Variego Milano, è stato scelto proprio perché prima della pandemia negli ospedali italiani veniva registrata un’emergenza ogni 90 secondi.
I professionisti, diretti da Paola Noto, responsabile dell’Unità Operativa Semplice Dipartimentale di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e Urgenza della struttura ospedaliera, sono stati ripresi nell’ambiente di lavoro. Al fianco della responsabile hanno offerto la propria testimonianza i medici catanesi Giovanni Meli, Silvia Ferrario e Chiara Maria Giraffa, la psicologa Diletta Randazzo e gli infermieri Francesca Occhipinti e Salvatore D’Anna. I medici e gli infermieri Meu sono stati raggiunti in particolare durante la seconda ondata pandemica e nel suo immediato post.
L'anteprima del docufilm sarà proiettata nel corso di una cerimonia domenica sera 20 febbraio a Torino in concomitanza con l'anniversario dell’inizio in Italia della crisi sanitaria più imponente della storia contemporanea coincisa con l'identificazione del "paziente zero", il primo caso di Coronavirus nel nostro Paese.