Sant'Agata
La “trattoria all’aperto”: polpette di cavallo, cipollata arancini e crispelle gli immancabili dello street food
I giorni della festa di Sant’Agata sono per i catanesi occasioni conviviali. Se per il secondo anno mancano la moschetteria, le annacate delle candelore, i fuochi piro-musicali, a corollario della festa della città ci sono però gli street-food che rendono Catania quella che è stata più volte definita, nel bene o nel male, una grande “trattoria all’aperto”. In questo senso, la città etnea è stata da sempre all’avanguardia ancor prima delle imposizioni per la consumazione all’esterno dei locali delle norme AntiCovid-19. Nel menu da strada si va da una cucina un po’ più strong, con l’intramontabile panino con la salsiccia o con la carne di cavallo, gustata a pochi passi dai bracieri; per passare poi a cibi un po’ più “light” come la scacciata ripiena con la tuma, acciughe e broccoli o cavolfiori, gustata al volo. Ma anche polpette di cavallo grigliate alla brace (un “must” assolutamente da non perdere) davanti alle macellerie. Altrettanto mitica la cipollata arrostita (pancetta di maiale avvolta su cipolla lunga fresca) e le varie salsicce (gosse o fini, semplici o condite) con cui farcire super panini arricchiti da condimenti vari (melanzane, funghi, cipolla fritta, patate) e mille salse diverse. Nei bar storici della città sempre in primo piano nelle loro vetrine i “pezzi di tavola calda” come pizzette e cartocciate. Ma per il catanese medio, o il salottiero di via Etnea, il re del pasto caldo consumato “additta” è certamente l’arancino, rigorosamente declinato al maschile, al sugo o nelle varianti al burro, ripieno di melanzane e pistacchi. I profumi aleggiano e sono inconfondibili per le vie della festa: gli archi della Marina, la stazione, piazza Carlo Alberto, via Plebiscito e via Etnea. E poi nelle bancarelle da gustare o semplicemente da fotografare anche calia, simenza, ceci, arachidi e tuta la più variopinta frutta secca, da sgranocchiare in strada, magari insieme agli amici, da gustare nel clima della grande o seppur ridimensionata festa. Per i clienti più esigenti anche i datteri sgusciati, tagliati a metà, riempiti con pasta di mandorla e avvolti nello zucchero. Nelle bancarelle pure le immancabili caramelle gommose con colori sgargianti che attraggono soprattutto lo sguardo dei più piccoli. Rari, invece, nelle vie del centro storico sono oramai i venditori di bomboloni, le cui “vanniate” per richiamare la clientela risuonano ormai nei ricordi di coloro che hanno superato gli anta.