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Sant'Agata

Registi, attori e giornalisti: occhi sulla Patrona

Basta cambiare prospettiva per scorgere elementi che accomunano tutti i devoti e altri che fanno la differenza

Di Sonia Distefano |

La Festa di S. Agata è un insieme di fede, devozione, folklore, colore, sapori e odori, tradizioni che si legano in maniera così inscindibile da farne un unicum rituale, capace di vivere e rinnovarsi ogni anno, per una festa sempre “uguale” e sempre “diversa”. Basta infatti cambiare prospettiva per scorgere elementi che accomunano tutti i devoti e altri che fanno la differenza.  Alfio D’Agata, regista catanese trapiantato a Roma e presidente della Società Storica Catanese, afferma: «Questa celebrazione è la più filmica al mondo ma nessuna pellicola potrà mai renderla nella sua interezza e profondità. Per questo ho sempre declinato l’invito a raccontare cinematograficamente Sant’Agata. I miei ricordi da bambino sono legati a mio padre e al passaggio del Busto reliquario in via Etnea, angolo via Pacini, in prossimità della Società Storica Catanese, dove poeti e storici dissertavano sui ritardi della processione. Dai 14 ai 24 anni ho indossato il sacco. Da presidente della Società ho organizzato incontri durante la processione del giro interno.  Lavorando fuori città, Sant’Agata mi è rimasta dentro. La sua Festa è la più democratica al mondo: il sacco rende tutti uguali». Alessandro Idonea, figlio dell’indimenticato Gilberto, invece racconta: «Non sono mai stato un devoto con il sacco, ma nel giorno del giro interno, porto sempre una candela quando Sant’Agata imbocca via Blebiscito. Tra i momenti di famiglia mi piace ricordare quando tutti insieme ci ritrovavamo a casa dell’amico fraterno, l’attore Enrico Pappalardo, in via Etnea, incrocio con piazza Stesicoro, dove arrivavamo nel primo pomeriggio e lì passavamo l’intera serata, guardando i devoti e la Santa passare sotto i balconi. Era un’emozione forte».  La giornalista Flaminia Belfiore, volto di Antenna Sicilia dal 1979 al 2015, ci offre il punto di vista di una non credente, comunque coinvolta dalla festa. «Sono atea – dice – dunque non sono devota di Sant’Agata. Nel mio lavoro non mi occupavo delle dirette. Ma a Catania alla festa non puoi sfuggire. Facevo cronaca e da cittadina apprezzo alcuni momenti, come il canto delle suore. Ma, avendo grande rispetto per chi vive la festa con religiosità, critico il diradarsi della processione, con il 6 mattina diventato un giorno di vacanza perché la Santa non si ritira, se non a mezzogiorno. Penso che Agata con la sua storia esemplare meriti di meglio. Sono comunque orgogliosa che per partecipazione la festa abbia numeri che la portino ad essere la terza festa al mondo. Mi è capitato spesso di fare da cicerone a parenti e amici che vengono da fuori e penso al loro sguardo stupefatto, ma auspico un ritorno alle forme più autentiche».  Flaminia Belfiore la ricordiamo anche per il ruolo di Afrodisia nel film Agathae di Mimmo Calabrò e Massimo Scuderi, realizzato nel 1999 e distribuito in videocassetta con La Sicilia. «Massimo Scuderi mi propose il ruolo di una donna di facili costumi che doveva convincere Agata a darsi a Quinziano. Mi ha fatto piacere partecipare e come tutto ciò che riguarda Agata ebbe un grande successo». 

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