la polemica
«La Prefettura di Catania ha sbagliato» e i legali di Pogliese annunciano un altro ricorso contro la sospensione
Secondo i legali del sindaco: «Il provvedimento è stato immotivato e intempestivo, c'è un errore sulla modalità di computo del periodo di diciotto mesi di sospensione dalla carica»
Il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, «proporrà un nuovo ricorso dinanzi al Tribunale sulla modalità di computo del periodo di diciotto mesi di sospensione dalla carica» che «secondo l’unilaterale interpretazione dell’Avvocatura di Stato, comunicata con nota del Prefetto lo scorso 24 gennaio, ha escluso dal computo il periodo di tempo la sospensione giudiziale della carica» già eseguito.
Lo hanno annunciato i legali del primo cittadino, gli avvocati Claudio Milazzo ed Eugenio Marano. La Corte costituzionale il 2 dicembre del 2021 aveva dichiarato «non fondate le questioni di legittimità» sollevate dal Tribunale civile di Catania sull'applicazione della legge Severino.
L’intervento della Consulta era stato sollecitato al giudice civile dalla difesa di Salvo Pogliese, esponente di spicco di Fratelli d’Italia in Sicilia, sospeso per 18 mesi dopo la condanna a quattro anni e tre mesi per peculato dal Tribunale di Palermo per l’uso di rimborsi spesi quando era capogruppo all’Ars del Pdl.
Il sindaco era stato reintegrato il 5 dicembre del 2020 perché l’intervento del Tribunale civile aveva sospeso il provvedimento. «Il Tribunale, dopo la Camera di Consiglio seguita alla sentenza della Corte costituzionale sulla legge Severino – affermano i due legali – nel rigettare il ricorso del sindaco Pogliese, ha anche dichiarato inammissibile la richiesta della Procura di comprendere i giorni in cui ha avuto effetto l’ordinanza di sospensione, venendo quindi il termine a cadere il 21 marzo 2023, poiché questo esula dal procedimento in questione. Alla luce di tale circostanza e dell’acclarata necessità che a pronunciarsi sul merito della questione relativa alla piena riacquisizione in capo al sindaco del suo diritto di elettorato passivo sia lo stesso Tribunale in differente giudizio – sostengono gli avvocati – risalta il carattere assolutamente intempestivo, oltreché immotivato della nota prefettizia quando afferma la necessità di ricalcolare i tempi della sospensione del sindaco. Al riguardo, si segnala che il ministero dell’Interno ha respinto l’istanza di accesso agli atti avanzata dal sindaco Pogliese sul contenuto del parere dell’avvocatura dello Stato, nonostante lo stesso sia caratterizzato da un evidente interesse pubblico e che – chiosano i due legali – pertanto, merita di essere portato a conoscenza dell’interessato e, anzi, reso pubblico in conformità al principio di trasparenza e imparzialità». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA