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Allarme Omicron su partita al Quirinale: tre ministri positivi

Tra i contagiati anche Luigi Di Maio, che è già guarito. Martedì si adotteranno decisioni sulla sicurezza. 

Di Redazione |

Il «generale Omicron» si abbatte sulla politica, con tre ministri contagiati, seppure in via di guarigione. Una notizia che getta una nuova luce, o forse nuove ombre, sulla imminente elezione del Presidente della Repubblica, a causa degli assembramenti che questo passaggio provoca. Una situazione a cui l’Ufficio di Presidenza della Camera e i Questori stanno lavorando, con una nuova riunione in calendario martedì prossimo. Ma anche un’emergenza che incide nel dibattito politico per la scelta del successore di Mattarella al Quirinale. 

A risultare positivi al Covid, in questi giorni sono stati i ministri Luigi Di Maio, già guarito, Federico D’Incà e Vittorio Colao, tra i quali il terzo non è parlamentare e quindi non è un grande elettore. Ma al di là di quest’ultimo dettaglio, ciò che appare evidente è che gli inquilini dei Palazzi della Politica sono esposti al contagio per i numerosi contatti che essi hanno. La domanda è dunque se saranno sufficienti le misure che alla Camera si stanno già studiando: ingresso a Montecitorio con mascherina Ffp2; voto attraverso lo scaglionamento dei parlamentari; aumento del numero dei «catafalchi» cioè le cabine entro le quali si vota, togliendo le tendine in tessuto. Il costituzionalista Sabino Cassese ha appoggiato la proposta di Stefano Ceccanti, anch’egli costituzionalista e deputato Pd, di far votare i senatori separatamente a Palazzo Madama per poi scrutinare tutte le schede insieme alla Camera. Per ora i funzionari di Montecitorio sono cauti, e molto dipenderà dall’evoluzione dei contagi. Problema più politico è quello dell’esclusione dal voto dei deputati siciliani e sardi privi del Super green pass, che non potranno venire a Roma perché non potranno salire su traghetti o aerei. Si tratterebbe – secondo quanto afferma Francesca Donato, eurodeputata ex Lega – degli ex M5s Pino Cabras, Andrea Vallascas, Michele Sodano e Simona Suriano e di Guido De Martini della Lega. 

Osvaldo Napoli, esperto parlamentare di Coraggio Italia, ha gettato un sasso nello stagno: se il numero dei parlamentari impediti di votare, tra positivi e in quarantena, impedisse di raggiungere il quorum di 505 voti dal quarto scrutinio, andrebbe "rivolto un appello al presidente Mattarella perché rimanga nel suo ufficio» con un «rinvio a data da destinarsi». In pratica un regime di «prorogatio» di Mattarella che garantirebbe la chiusura della legislatura con l’attuale tandem di inquilini al Quirinale a a Palazzo Chigi. A livello di dibattito politico il Pd, con Debora Serracchiani, ha ribadito la volontà di dialogare con Lega e centrodestra per raggiungere «la massima condivisione possibile su un nome» non divisivo come quello di Berlusconi per i dem non accettabile. Se poi fosse Draghi, servirebbe un accordo su Quirinale e Palazzo Chigi. Il vicesegretario della Lega, Lorenzo Fontana, ha insistito perché sul Colle salga una personalità espressa dal centrodestra, cercando il dialogo con Iv e M5s. Parole che sembrano superare l’"arrocco» sul Cavaliere, visto che su esso c'è l’indisponibilità di Iv e M5s, i quali con questa mossa verrebbero strappati al Pd. In questo scenario fluido Cassese, all’esplicita domanda su una sua possibile candidatura, non si è schernito: «Come dicono i grandi francesi, le cariche pubbliche non si sollecitano e non si rifiutano».   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA