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In Italia il Covid torna a fare paura: crescono ancora curva dei contagi e i ricoveri under 20

A preoccupare sono soprattutto gli ospedali, dove i pazienti Covid sono in aumento sia nei reparti ordinari sia nelle terapie intensive

Di Redazione |

L’epidemia di Covid-19 in Italia continua a crescere per l’ottava settimana consecutiva, con un balzo dell’incidenza nazionale che negli ultimi 7 giorni ha raggiunto i 241 casi per 100mila abitanti. A preoccupare sono soprattutto gli ospedali, dove i pazienti Covid sono in aumento sia nei reparti ordinari sia nelle terapie intensive e sono in crescita anche i ricoveri nella fascia under20. L’ultimo monitoraggio settimanale conferma dunque un trend epidemico in salita ed è forte l’invito della Cabina di regia alla prudenza e, soprattutto, ad effettuare le dosi vaccinali booster di richiamo. 

Continua ad aumentare, ha spiegato il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza, «Il tasso di incidenza di casi nel nostro paese, che raggiunge i 241. Osserviamo invece una leggera flessione dell’indice di trasmissibilità Rt, che comunque si fissa intorno a 1,13 e dunque ben al di sopra dell’unità». Per quanto riguarda il tasso di occupazione di area medica e terapia intensiva, «siamo invece rispettivamente al 12,1 e al 9,6%, quindi a livello nazionale siamo di poco al di sotto della soglia critica di occupazione dei posti letto, fissata al 10% per le intensive e al 15% per i reparti di area medica, che viene però superata per entrambi gli indicatori in ben sette regioni». In particolare, nove Regioni e Province Autonome superano la soglia critica per le terapie intensive e otto per le aree mediche. Il quadro generale impone pertanto prudenza perchè la curva, ha osservato il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, «continua a salire: la crescita è più contenuta rispetto agli altri Paesi ma è sostanzialmente una crescita e tutte le Regioni hanno curve in aumento, anche se a Bolzano c'è un inizio di decrescita e il FVG ha una crescita stabile». La «zona del nord est – ha aggiunto – ha la circolazione del virus più elevata e questa si sta diffondendo lungo la costiera adriatica; anche Val d’Aosta e Liguria cominciano a mostrare un aumento di circolazione». Tuttavia, confrontandoci con lo scorso anno, ha rilevato Brusaferro, "vediamo che i casi notificati di infezione hanno raggiunto lo stesso livello dei casi notificati nel 2020, mentre le ospedalizzazioni e i decessi sono, sebbene in crescita, inferiori a quelli dello scorso anno». 

A destare preoccupazione è pure l’età dei nuovi contagiati. Le fasce che registrano i più alti tassi di incidenza sono infatti quelle pediatriche (324, 0-9 anni; 302, 10-19 anni) e quelle tra 30 e 49 anni (215, 30-39 anni; 243, 40-49 anni). Alla luce di ciò, avverte la Cabina di regia nel monitoraggio, una "più elevata copertura vaccinale, in tutte le fasce di età, anche quella 5-11 anni, il completamento dei cicli di vaccinazione ed il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo rappresentano strumenti necessari a contenere l’impatto dell’epidemia anche sostenuta da varianti emergenti». 

Intanto, due nuove circolari forniscono chiarimenti per chi è stato vaccinato sperimentalmente con gli immunizzanti ReiThera e Takis. Anche per i soggetti vaccinati in Italia nell’ambito della sperimentazione con ReiThera sarà possibile procedere con la somministrazione di una dose di richiamo di vaccino a m-RNA a distanza di almeno 5 mesi dall’ultima dose ricevuta e ciò è idoneo al rilascio del green pass. Per i vaccinati con Takis, si applica invece quanto indicato per i soggetti vaccinati all’estero con vaccino non autorizzato da EMA: è dunque previsto un booster con vaccino mRNA a partire da 28 giorni e fino a 6 mesi dal completamento del ciclo primario. Superati i 6 mesi, così come in caso di mancato completamento del ciclo, si può procedere con un ciclo vaccinale primario con vaccino mRNA.   L’Oms ha inoltre approvato in emergenza il vaccino indiano Covovax, che rientra nel portafoglio del sistema internazionale di distribuzione dei vaccini Covax. Questo, rileva l'Organizzazione mondiale della sanità, permetterà di rafforzare gli sforzi fatti per vaccinare più persone nei Paesi a basso reddito».   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA