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A Catania l’edizione n. 22

Happening della Solidarietà: «Progettiamo la ripresa»

Al Sal gli esperti del “Terzo Settore” hanno spiegato la necessità di una nuova visione d’impresa a «impatto sociale»

Di Simona Mazzone |

Riconosciuto giuridicamente in Italia solo nel 2016, nonostante già operi sul territorio da decenni, il “Terzo settore” ricopre un’importanza strategica nello sviluppo del Paese, grazie ad un insieme di enti di carattere privato che agiscono in diversi ambiti, dall’assistenza alle persone con disabilità alla tutela dell’ambiente, dai servizi sanitari e socio-assistenziali all’animazione culturale, dal welfare istituzionale alla tutela del bene comune e alla salvaguardia dei diritti negati. E ieri mattina nei locali del Sal, Spazio Avanzamento Lavori di Catania, si è fatto il punto durante la giornata conclusiva della 22a edizione dell’Happening della Solidarietà, che ha riunito esperti del settore per discutere su come progettare la ripartenza del Paese, dopo la pandemia e il conseguente periodo di crisi generale. In particolare si sono accesi i riflettori sul Pnrr, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, allestito dal governo italiano per rilanciare l’economia dopo il fenomeno Covid-19, al fine di permettere lo sviluppo verde e digitale del Paese, con l’obiettivo di ridurre le differenze territoriali e investendo nelle nuove generazioni. E l’Happening della Solidarietà, evento organizzato dal Consorzio Sol.Co., Rete di Imprese Sociali Siciliane, supportato dalla Fondazione Èbbene, rappresenta un importante momento per discutere sul Terzo Settore. «Questo momento serve a noi per una riflessione interna – spiega Salvo Litrico, consigliere delegato Consorzio Sol.Co. – ma nel contempo speriamo di continuare, con chi ci ha ascoltato, un percorso sui temi che stiamo trattando, come la nuova visione di impresa a impatto sociale, che metta al centro gli utili, quindi il profitto, ma anche utilità sociale e benessere per la collettività. Stiamo cercando di fare questo anche al nostro interno, con la nascita di nuove imprese che si occupino di settori produttivi e commerciali, in una logica di rigenerazione dei luoghi e delle persone. Ma soprattutto ci aspettiamo che le istituzioni ascoltino questo grido che stiamo lanciando. Nonostante si dica che il Terzo Settore sia al centro del rilancio socio economico del Paese, in realtà ad oggi non esiste un canale istituzionalizzato che lo metta al centro delle politiche di sviluppo. Non mancano i finanziamenti, bensì una programmazione condivisa». Oltre 20 speaker, 2 sessioni principali e 4 tavoli di lavoro tematici, con la partecipazione delle voci più interessanti dell’economia e dell’imprenditoria sociale. «C’è un momento di grande difficoltà – commenta Dino Barbarossa, presidente Fondazione Èbbene – sia a livello sociale che economico, legato alla pandemia che ancora non ci ha abbandonato, ma c’è pure grande vitalità al sud grazie a persone, cittadini e imprese sociali del Terzo Settore. Dando aiuto alle fasce più fragili, si riesce ad attivare un processo generativo che permette a queste persone di riconquistare la propria dignità e ai luoghi e alle comunità di riattivarsi. Ciò lo stiamo vedendo attraverso una serie di iniziative e progetti presentati in questi due giorni, tra cui il progetto “Welfare di prossimità” che ha premiato diverse idee innovative proposte dai giovani».

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