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Rider come dipendenti, l’Ue detta le condizioni per le assunzioni

Di Redazione |

BRUXELLES – Subordinati o autonomi? In ogni caso, tutelati. La Commissione europea dà l’altolà alla deregulation delle grandi piattaforme dei servizi digitali e sbarra la strada al lavoro ‘usa e getta’. Stabilendo, con una cesura netta tra flessibilità e sfruttamento, che le . Uno schiaffo, quest’ultimo, che ha fatto subito infuriare la Confindustria europea, secondo la quale molti lavoratori delle piattaforme sono autonomi per scelta. Comprepreso quello di Uber e delle piattaforme digitali con il loro esercito di addetti spesso invisibili per banche dati e Inps, che la Ue stima passeranno . In una speciale lista di criteri da spuntare per la regolarizzazione, . E scatti il vincolo di assunzione. Con il corollario di diritti che ne segue.Insomma, ha sintetizzato il , “chi viene utilizzato come dipendente dovrà avere diritti adeguati”. Anche se questo, per gli industriali europei, rischia di compromettere un comparto florido che fa della flessibilità e dell’innovazione il suo punto di forza. “Nessuno sta cercando di uccidere, fermare o ostacolare la crescita” delle piattaforme, ma anche quel tipo di business deve “adattarsi” agli standard sociali europei, è stata la replica di Schmit. Con Bruxelles che in contemporanea ha aperto alla contrattazione collettiva per gli autonomi.L’applicazione del regolamento comunque – una volta superato il vaglio del Parlamento europeo e del Consiglio – dipenderà molto dalle decisioni che vengono prese dai singoli Stati membri, che vedono affastellarsi sempre più cause tra piattaforme e autonomi nei tribunali nazionali. Per il , le misure comunitarie rappresentano “un passo molto importante” e “una priorità” su cui il governo è impegnato e continuerà a lavorare “per garantire tutele a tutti nel presente e nel futuro”. Un auspicio condiviso anche dal , che ricordando il presidio di lavoro offerto dai rider nei mesi più duri della pandemia e denunciandone le condizioni “precarie, al limite del caporalato”, evidenzia come sia “fondamentale una tutela europea anche per evitare che vengano aggirate le normative nazionali”. L’Italia, però, secondo l’ex premier “deve fare di più” per “dare un senso al principio di dignità scolpito nella Costituzione”. Con o senza il benestare delle piattaforme alla Ue.

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