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Prime settimane di gravidanza: anticipazioni delle alterazioni ormonali e fisiche
(Salerno, 05/11/2021) – Salerno, 05/11/2021 – Le prime settimane di gravidanza si caratterizzano per la comparsa di sintomi che sono tipici del periodo di alterazioni ormonali e fisiche a cui sta per andare incontro il corpo della donna che dovrà partorire. Va detto che tali manifestazioni variano da soggetto a soggetto, soprattutto nelle fasi della gestazione iniziali, sia per tempistiche che per modalità. A volte si può trattare di disturbi abbastanza invasivi, come per esempio la febbre, i crampi addominali, la nausea, una costante sensazione di spossatezza o il vomito; in altri casi, invece, i fastidi sono meno sgradevoli, e si limitano a mal di testa, mal di schiena o gonfiore della pancia.
I sintomi delle prime settimane
Perché si manifestano questi sintomi
I cambiamenti del corpo cominciano immediatamente dopo il concepimento. In particolare, i livelli di gonadotropina corionica raddoppiano ogni 48 ore nelle prime settimane di gravidanza. Lo scopo di questa sostanza è quello di indurre il corpo luteo a sintetizzare il più importante ormone della gravidanza, vale a dire il progesterone. Per conoscere la settimana di gravidanza e quindi capire più o meno quando si potrà partorire, si fa riferimento alla cosiddetta regola di Naegele, che si fonda su diversi parametri, a cominciare dalla presunzione che il ciclo mestruale abbia una durata standard pari a 28 giorni. Si presuppone, inoltre, che la durata della gravidanza sia di 40 settimane, e quindi 280 giorni dopo il primo giorno dell’ultimo ciclo, e che l’ovulazione si verifichi due settimane dopo l’ultimo ciclo.
La regola di Naegele
La regola di Naegele, in sostanza, non è sempre attendibile, nel senso che il ciclo può avere una durata variabile da donna a donna, e lo stesso dicasi per il giorno preciso nel quale la fecondazione si è verificata. Di conseguenza, appare chiaro il motivo per il quale si preferisce parlare di una data del parto presunta, e in effetti solo 1 bambino su 25 viene alla luce nel giorno previsto. È bene prepararsi al fatto che il parto potrà avvenire in un qualunque giorno compreso fra la 37esima e la 42esima settimana di gestazione, e in ogni caso questa sarà ritenuta una gravidanza a termine.
A che cosa serve il calcolo delle settimane
Il calcolo a mano
Per calcolare da soli il numero di settimane di gravidanza e quindi la data prevista del parto, è necessario aggiungere 280 giorni alla data del primo giorno del ciclo mestruale più recente. Nel caso in cui il ciclo duri meno di 28 giorni, sarà anticipata di un giorno la data del parto per ciascun giorno in meno; al contrario, per un ciclo che dura più di 28 giorni, si ritarda di un giorno la data della nascita del bambino. Sono tre i trimestri in cui si articola la gravidanza: il primo comincia dal momento del concepimento e si prolunga fino alla 13esima settimana; il secondo comincia dalla 14esima settimana e arriva alla 27esima; il terzo comincia dalla 28esima e si conclude con il parto.
L’inizio della gravidanza
Il periodo nel quale l’uovo può essere fecondato comincia nei 4 o 5 giorni che precedono l’ovulazione e si conclude un paio di giorni dopo. Nel momento in cui l’ovaia espelle la cellula uovo matura, questa è in grado di sopravvivere più o meno per un giorno; dura 72 o 96 ore, invece, il periodo per cui gli spermatozoi riescono a restare vivi all’interno dell’apparato genitale della donna. Questo è il motivo per il quale la fecondazione si può verificare anche se il rapporto sessuale non protetto si è svolto qualche giorno prima rispetto all’ovulazione. Subito dopo il concepimento, poi, il corpo della donna sarà esposto a diversi disturbi causati dalle variazioni ormonali.
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Marco Scannapieco
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