La crisi del club
Il Catania è sempre più in bilico, mancano i fondi per proseguire
Il Cda è andato a vuoto. Nessuno se l’è sentita di sostituire il presidente, avv. Giovanni Ferraù. Abolito l’articolo 8 dello statuto a vantaggio di Nicolosi
Colloqui privati, l'assemblea dei soci, la prospettiva di salvare il salvabile. Ieri è stata una lunga serata di confronti, anche prima dell'assemblea dei soci che prevedeva l'abolizione dell'articolo 8 dello statuto che dovrebbe dare al socio di maggioranza, Gaetano Nicolosi, un potere decisionale proporzionale alle quote azionarie che detiene l'imprenditore. Prima dell'assemblea della Sigi, c'è stato un confronto tra lo stesso Nicolosi e un altro socio forte come Riccardo Salice. Non sembrano esserci state conclusioni definitive, dunque si aspettano altri sviluppi in questo senso, anche se il tempo stringe. L'assemblea Sigi, in serata, ha visto partecipare molti dei soci non in sede per il maltempo, ma da remoto. Togliendo dallo statuto l'articolo 8, è stato in pratica consegnato in mano allo stesso Nicolosi un potere decisionale diverso. Il nodo resta sempre quello: il pagamento degli stipendi ma non domani. Adesso. E, alla conclusione, poco prima delle 20, non è stato mutato il Cda che vede ancora in sella il presidente avv. Giovanni Ferraù e i consiglieri. Non si è proceduto neanche alla nomina di un amministratore unico, anche se trattando questo punto all'ordine del giorno non si è arrivati a una conclusione. Pare che nessuno se la sia sentita di ereditato questo ruolo importante per andare avanti. Dunque l’avv. Ferraù è rimasto, giocoforza, al timone senza una successione. Altro fatto gravissimo, visto che se non si agirà nelle prossime ore, si rischia davvero di andare incontro a scenari apocalittici. Un nulla di fatto grave, anche in vista della data dell'11 novembre, giorno in cui dovrebbero essere pagati gli stipendi dopo la messa in mora da parte dei calciatori. Si va verso una crisi senza soluzione, a meno di un miracolo che dovrebbe arrivare dall'esterno e che fino a oggi non è arrivato. A meno che, l’azionista di maggioranza, Nicolosi adesso non decida di continuare da solo sanando – come aveva promesso dinanzi ai tifosi – il problema stipendi, innanzitutto. Ci sono sempre trattative con imprenditori esterni alla Sigi, ma a questo punto il tempo è talmente stretto da rischiare di illudere o fare un buco nell’acqua. Su questo argomento non riferiamo quel che circola in città per non illudere i tifosi che ancora una volta pagano questo stato di cose. Tanto è vero, per esempio, che ieri il club di tifosi Barriera-Battiati ha comunicato la chiusura del club dopo ben 18 anni di attività. Una notizia che ha rattristato perché svanisce una fetta di storia costruita da appassionati che hanno riempito la città con i colori rossazzurri: «Le motivazioni sono tante ma ne vogliamo dire solamente due: i costi esosi di gestione e la pessima gestione della proprietà che attualmente è in seno al Calcio Catania, il nostro amore per i colori di questa squadra non cesseranno mai, infatti saremo sempre presenti sugli spalti della nostra seconda casa, lo Stadio “Massimino”, non lasceremo mai da soli questi ragazzi che nonostante tutto e tutti stanno mettendo anima e corpo per non sfigurare e non rendere meno la dignità personale e della nostra amata maglia». Il presidente Tino Cannavò – che per anni ha gestito il club – ha anche aggiunto: «Purtroppo anche l’emergenza Covid ci ha indotto a questa nostra triste scelta, per noi tutti, per la gente del quartiere, per la gente di Catania eravamo un punto di riferimento, un punto di ritrovo». Ieri la squadra non si è allenata per la prudenza legata all’allerta meteo e tornerà in campo oggi, ma senza la prospettiva della partita, visto che il match con la Vibonese, domani, è stato rinviato da giorni e giorni. Con la Primavera 3 a riposo per esigenze di calendario, sono state rinviate anche le gare dell'Under 17 e dell'Under 15 per motivi legati al maltempo.