La polemica
La gente muore affogata e il canale di gronda resta eterna incompiuta
In oltre 20 anni non si è riusciti a ultimare un'opera così importante. Salvo Marra: "Alcuni Comuni non sono allacciati"
L’ex responsabile di Meteo Sicilia, stazione di rilevamento meteo, il compianto Emilio Lo Savio, scomparso alcuni anni fa, raccontava sempre, a ogni evento atmosferico violento che per capire il percorso delle acque che sistematicamente invadono la città, bastava versare dell’acqua colorata alle pendici dell’Etna per poi ritrovarla in via Etnea alcune ore dopo. Lo Savio non sbagliava affatto perché una delle concause dell’allagamento della città è dovuta proprio all’urbanizzazione dei paesi dell’hinterland e al mancato smaltimento delle acque meteoriche che forse – saranno gli inquirenti a dirlo – potrebbe essere stata la casa della morte del 53enne affogato in via Etnea a Gravina di Catania dopo essere sceso dall’auto. Insomma, i tombini sono stati puliti a dovere dalla copiosa cenere. E il fatto che ancora oggi manchino in molti paesi i canali di collegamento col canale di gronda hanno aggravato o no una situazione che è apparsa ieri evidente in tutta la sua gravità?
Oltre 25 anni fa, ma forse anche prima , nacque il progetto della realizzazione di un canale di gronda che doveva circumnavigare la parte alta della città captando tutti i torrenti che venivano giù dalle strade dei paesi pedemontani per convogliarli a mare lungo la scogliera.
L’opera non è mai terminata, ovviamente come tutte le grandi opere di questa città, come per esempio il collettore fognario. E allora di che parliamo quando ci sono i morti? Di nessuna responsabilità… In trent’anni di iter ad ogni morto affogato, non si sono mai individuati i nodi che hanno causato i ritardi nella realizzazione del canale, non ci sono stati colpevoli e la città è scivolata sempre più nel disastro come ieri. E purtroppo a memoria non ricordiamo inchieste giudiziarie che hanno tirato in ballo eventuali responsabilità per un’opera definita fondamentale per non tramutare le nostre strade cittadine in torrenti come è avvenuto ieri in molte arterie, da via Etnea a viale Vittorio Veneto.
A spiegarci a che punto è l’iter di quest’opera “mozzata” è l’ingegnere Salvo Marra del Comune che sta seguendo la procedura. «I gravi allagamenti cui stiamo assistendo da alcuni giorni sono dovuti in parte anche al mancato collegamento delle reti di smaltimento, delle acque meteoriche di alcuni comuni della cintura pedemontana, al canale di gronda che corre al di sotto della circonvallazione e poi sfocia a mare all’inizio della scogliere accanto ad alcuni lidi».
Quali sono i paesi che ancora non hanno rispettato le procedure fissate dai numero tavoli tecnici? «Non so al momento lo stato dell'arte. Ma se non ricordo male i paesi che sono inadempienti ai mancati allacciamenti dei cosiddetti pettini idraulici sono quasi tutti, ad accezione di San Gregorio che al contrario si è collegato al canale. Per essere più preciso dovrei però consultare le carte, perché ad esempio Tremestieri per la frazione di Canalicchio sarebbe collegato e un altro collegamento è stato fatto quando venne rifatta via Sgroppillo con un progetto che fede il dipartimento di Protezione civile».
Alla luce dei fenomeni molto violenti che noi stiamo vivendo, che lasciano intuire un cambiamento delle condizioni climatiche, non sarebbe utile una grande conferenza di servizi per capire se le opere di regimentazione delle acque, tra l’altro non ultimate, non sono più adeguate? «Purtroppo modificare questo tipo d programmazione di interventi non è semplicissimo, perché il presupposto di questi progetti è un piano unico il cosiddetto Parf che individua quali sono le soluzioni per risolvere le problematiche. Per cui per prima cosa bisognerebbe rimettere mano al Parf che riguarda non solo Catania ma tutta la cintura dell’hinterland. Posso dire che in passato furono indette dall’amministrazione catanese, che è la più interessata dagli allagamenti, delle riunioni a livello sia tecnico che politico che però alla fine non hanno portato ad alcun risultato concreto,. Attualmente la mitigazione di questa problematica potrebbe anche venire da alcuni interventi che sta realizzando l’ufficio del commissario straordinario per l’emergenza idrogeologica che riguardano non tanto la parte centrale della circonvallazione, ma quella a monte, vicina a Misterbianco con la nuova regimentazione del canale Buttaceto e il collegamento del collettore B che è praticamente quello che dal canale di gronda, nella parte più a ovest, convoglia le acque provenienti da Misterbianco e S. Pietro Clarenza…».
Ingegnere da quanti anni è che si parla del canale di gronda? «Da tantissimi anni, senz’altro da più di venti. E peraltro oggi avrebbe anche bisogno di essere revisionato perché probabilmente in alcuni punti ci sarebbe necessità di ripristinare la sua funzionalità. L’opera potrebbe aver subito danni da smottamenti, lesioni, alberi».
Ma quello che è grave in tutta questa emergenza che Catania sta vivendo in queste ore è la previsione di alcuni meteorologi per la zona di Catania nei prossimi giorni. Per Valerio Leonforte, di Meteo Sicilia che ha fatto un bilancio delle precipitazioni di ieri, con 200 mm di acqua in meno di due ore in molte aree dell’hinterland, l’emergenza maltempo potrebbe diventare esplosiva tra giovedì e venerdì. «Le mappe propendono al momento per la formazione sul mare di un ciclone tropicale, cosiddetto Medicane. In questo caso – prosegue – la depressione potrebbe abbattersi su tutta la costa orientale. In sostanza ieri abbiamo avuto un temporale piuttosto intenso, ma un Medicane ha un cuore caldo, con un occhio del ciclone. la differenza è che intorno all’occhio si verificano venti molto forti e piogge torrenziali. Se dovesse formarsi e puntare verso la costa sarebbe necessario prendere provvedimenti di chiusura e salvaguardia ben più drastici per tutta la popolazione. Tra 24 ore ne sapremo di più». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA