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Mini zone rosse e restrizioni localizzate

Brunetta: "Se serve facciamo una legge che obbliga tutti a vaccinarsi". Mercoledì arriva il Piano Scuola 

Di Redazione |

Mini zone rosse e restrizioni localizzate nei territori delle regioni turistiche – come la distanza tassativa di dieci metri tra gli ombrelloni o la mascherina all’aperto- per scongiurare l’aumento dei contagi a metà agosto, quando si registrò un picco tra i giovani. E aldilà delle restrizioni, in tutto il Paese l’unica arma resta il vaccino. Anche per questo il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, rilancia: «se serve facciamo pure una legge che obblighi tutti i cittadini, o determinate categorie, a vaccinarsi. Sinceramente questo dibattito un po' scalcagnato non lo capisco», dice commentando sul tema anche le divisioni sul fronte politico e in piazza. Resta prudente al momento la posizione del Governo sull'obbligo del vaccino per il personale scolastico, in vista del ritorno tra i banchi a settembre. Con l’85% dei prof immunizzati o in attesa del richiamo, l’ipotesi prevalente è di aspettare ancora almeno fino al 20 agosto (contando di sfondare la quota del 90% di vaccinati) prima di adottare eventuali provvedimenti forti. 

 I prossimi giorni saranno determinanti anche per il Piano Scuola, che sarà presentato il prossimo 4 agosto alle Regioni e nello stesso giorno potrebbe essere quindi prevista l’apposita cabina di regia e un Cdm che riguarderà, oltre all’esame del documento del ministero dell’Istruzione, anche altri provvedimenti sul green pass, come l’introduzione – ma si ragiona ancora sulla data dell’entrata in vigore della misura – dell’obbligo del certificato verde anche per i trasporti a lunga percorrenza. Ma non è escluso, a questo punto, che sullo sfondo delle valutazioni di questi provvedimenti possa riaprirsi il dibattito sul vaccino obbligatorio – oltre a quanto già previsto per sanitari e alle ipotesi per i docenti – anche per altre categorie professionali.   In generale, l’attuale livello di immunizzati al momento sembra non bastare ad arginare i virus in alcuni territori.

A rischiare il giallo, se dovessero superare la soglia del 10% di occupazione dei posti letto nelle terapie intensive e il 15% nei reparti ordinari, sono in particolare Sicilia (già 8% per i ricoveri ordinari e 4,7% intensive), Lazio (3,7% nelle intensive) e Sardegna (4,2% intensive). A questi numeri rischiano di avvicinarsi anche altre regioni a vocazione turistica che accoglieranno migliaia di villeggianti questo mese, come ad esempio la Puglia. Secondo l’ultimo bollettino, in tutta Italia sono 214 i pazienti ricoverati in rianimazione per il Covid, 13 in più nelle ultime 24 ore nel saldo tra le entrate e le uscite, con 25 ingressi giornalieri. I ricoverati nei reparti ordinari sono 1.851, 39 in più rispetto al giorno precedente. In un giorno sono 6.513 i nuovi positivi e 16 le vittime. L’aumento dei contagi a luglio, soprattutto tra i maschi under 40, sarebbe dovuto secondo il report dell’Iss, all’effetto degli Europei di calcio, in particolare a «feste e assembramenti» dopo le vittorie della Nazionale. 

 Si corre già ai ripari: la Sicilia ha chiesto alle sue aziende sanitarie di tornare all’attivazione di tutti i posti letto che erano stati avviati nella fase più acuta della pandemia. Nella regione è stato anche disposto il raddoppio dei posti letto a bassa intensità di cura nei Covid hotel perché – spiega l’assessore alla Salute, Ruggero Razza – «in questo momento sono tantissimi i cittadini non italiani risultati positivi ospitati in queste strutture a carico nostro». Per il mese di agosto verrà inoltre attivato un servizio di trasporto navale in bio-contenimento per i turisti che dovessero risultare positivi sulle isole minori. 

 La Sardegna, dove ci sono 32 Comuni che superano la soglia critica dei 250 casi per 100mila abitanti, è invece già alle prese con nuove strette in diversi Comuni. Tornano l’obbligo della mascherina all’aperto in vari territori del Cagliaritano e dell’Oristanese, mentre la sindaca di Maracalagonis (Cagliari) impone anche 10 metri di distanza tra gli ombrelloni nelle spiagge, anche quelle libere. E si tratta solo di alcune delle prescrizioni che i primi cittadini stanno adottando – di norma sino al 5 agosto – per cercare di arginare la risalita dei contagi in diverse zone di tutta la Sardegna. Disposizioni simili sull'obbligo del dispositivo di protezione individuale all’aperto (in Campania non era mai stato abolito nonostante l'ordinanza ministeriale) sono state prese nel Lazio a Ponza, San Felice al Circeo e Sperlonga, in Puglia a Martina Franca e altre località turistiche mentre in Sicilia e Calabria sono spuntate zone rosse per alcuni Comuni.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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