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Il designer Piero Lissoni ospite degli Architetti catanesi: «Un mestiere che cambia, a cavallo tra scienza e Umanesimo»

Taodesign, occhi puntati su progettazione e sostenibilità

Di Redazione |

TAORMINA – Un momento di riflessione sull’architettura e sul design di ieri, oggi e domani, con particolare attenzione all’evoluzione della professione, al rapporto con l’ambiente circostante e all’ecosostenibilità. Questo il focus di TaoDesign, incontro organizzato dall’Ordine e dalla Fondazione degli Architetti all’interno della manifestazione TaoModa e patrocinato dal Consiglio Nazionale degli Architetti, dalla Federazione Architetti Sicilia (coordinatore Alessandro Amaro) e dalle scuole di design Abadir di Catania e Ied.

«Il design oggi è un elemento fondamentale, connubio tra armonia, estetica e funzionalità. Ancor di più, quindi, risulta importante il progetto e il suo processo, aspetto sul quale gli architetti sono assoluti protagonisti», ha commentato il presidente dell’Ordine Sebastian Carlo Greco, in apertura dell’evento che si è tenuto ieri (15 luglio 2021) all’Excelsior Palace Hotel di Taormina. «Un appuntamento fisso da anni per un confronto con figure di spicco del settore, che contribuiscono all’arricchimento personale e professionale, promuovendo know-how e consentendo ai professionisti di fare rete», ha aggiunto la presidente della Fondazione Eleonora Bonanno. Un particolare ringraziamento al Comitato organizzatore della Fondazione composto dalla Past President Veronica Leone, Martina Arena, Cristina Caudullo, Melania Guarrera, Igor Nastasi, Fabrizio Russo e Sabrina Tosto.

Tra gli ospiti illustri, in questa edizione 2021, l’architetto e designer Piero Lissoni, premiato con il “TaoDesign”. In una carrellata che ha ripercorso i progetti di successo di Lissoni, spazio per una riflessione sul cambiamento dell’architettura e del design, sui quali «è difficile poter parlare con certezza di evoluzione o involuzione. Sicuro è che si tratta di un mestiere a cavallo tra scienza e umanesimo. Personalmente, il mio approccio è più scientifico: ragiono sulle tecnologie e sulle responsabilità che noi professionisti abbiamo rispetto al mondo che ci circonda». Armonia? «Gli architetti sono sempre stati poco armonici: quello che era armonico 3mila anni fa, oggi non lo è più. Per questo occorre reinventare e reinventarsi continuamente». Proprio su questo punto si è soffermata la direttrice dell’accademia Abadir Lucia Giuliano, che ha sottolineato l’importanza del «rapporto tra terra, design e progettazione, per dare nuovi significati al contesto di riferimento. Il patrimonio non va monumentalizzato, ma ripensato in modo dinamico: senza progetto non può esserci futuro, per questo è fondamentale formare nuovi progettisti».

Un futuro sempre più green, «per cui è necessario dare uno sguardo all’ecosostenibilità per preservare il pianeta. Non possiamo soffermarci più solo sulle forme – ha spiegato Niccolò Adolini, docente Product Designer IED Roma – ma dobbiamo prestare attenzione anche ai materiali, alla progettazione e alle tecniche produttive che oggi fanno la differenza». Anche quest’aspetto fa parte di quell’evoluzione «che ha caratterizzato gli ultimi 20 anni – ha concluso Gisella Borioli, founder Superstudio Milano e autrice del libro “Design super show. 2000-2020 evoluzione e mise-en scène del design al Superstudio di Milano” – Il design è diventato “pop”, coinvolgendo un pubblico sempre più vasto. Oggi non rappresenta più un oggetto puro, poiché dello stesso ne esistono diverse forme e varianti. La scelta è dettata dall’emozione e dall’“innamoramento” che esso suscita».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA