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GOOD SAVE THE QUEEN: SIAMO SICILIANI NON ITALIANI

Di ottavio cappellani |

God Save The Queen! Io non li capisco questi italioti che scattano in piedi indignati come ratti con il riflesso di Pavlov alla notizia che gli inglesi ci dividono in italiani e siciliani. Ma meno male, dico io. Se fossi stato semplicemente italiano e non superbamente siculo non sarei stato tradotto in trenta paesi dove, nella biografia, scrivono “sicilian author” e non “scrittore italiano” che, se ci pensate, non vuol dire un bel niente. Ma God Save The Queen! Perché gli inglesi, molto meglio di noi “italiani” (ma di unni?), conoscono la differenza tra un italiano e un siciliano, laddove, come è noto, l’Italiano non esiste (invenzione piemontese mal riuscita, ma che facessero il bollito, facessero) mentre il siciliano minchia se esiste!

Ma evviva evviva la Regina Elisabetta e il suo popolo imperiale, colonizzatore, con le loro automobili dai telai in legno e le loro scarpe fatte per durare una vita: gente che lo sa, che in fondo lo sa, che eccome se lo sa, che William Shakespeare era siciliano, figlio di un Florio e della baronessa Crollalanza (mia parente, ça va sans dire), che scappatosene in Inghilterra (la fuga dei cervelli c’era anche allora) si nascose sotto la traduzione del cognome della madre (Crolla-Lanza, Shake-Speare).

E quindi viva viva la Regina e i suoi superbi sudditi! Che loro lo sanno, minchia se lo sanno, che in “Molto rumore per nulla”, Shakespeare, questo mio lontano zietto, scriveva a penna “mizzica”, ambientando la commedia a Messina (ma non era messinese, la famiglia Crollalanza è di origini ragusane, miei vicini di casa, circa un migliaio di anni fa) e, visto che lo sanno, eccome (eccome=mizzica) se lo sanno, ci tengono, come dovremmo tenerci tutti noi, che arrivando in Inghilterra, indossando con eleganza i nostri vestiti sartoriali, non ci abbiano a scambiare per un italiano, per un piemontese qualunque.

Perché noi abbiamo la tradizione, la lingua, il teatro, l’inventiva, la chiappera e tutto il resto. Mentre i piemontesi hanno il bollito. Grazie Betty!

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