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DONI DOLCI E ANCHE ZUCCHE: CHIAVI PER APRIRE IL CIELO

Di ottavio cappellani |

Confesso, io ci credo. Secondo una tradizione nordica in questi giorni si apre un portale tra il nostro mondo e quello dei morti e io, confesso, ci credo. Secondo la maggioranza delle tradizioni, in questi giorni, i morti camminano tra di noi. E io ci credo. Ci credo soprattutto perché sono siciliano e i segni dei morti che tornano, benevoli, a far visita alla discendenza, ho imparato a riconoscerli presto. E sì, perché le nostre fiere dei morti, le nostre bancarelle, tradizione del dono tutto siciliano, aiutano ad aprire quel portale, attraverso le nostre chiavi, i nostri simboli, le nostre allegorie: pensate forse che, per il giorno dei morti, una pistola ad aria compressa sia solo una pistola ad aria compressa? Pensate che le rame, le ossa dei morti, gli ‘nzuddi, i pipareddi, la frutta martorana, rappresentino solo dolci? Sapete benissimo che non è così, sapete benissimo che attraverso questi oggetti il nostro sguardo bambino e incantato, emozionato nella caccia al tesoro del 2 mattina, dopo una notte allegra in cui i nostri fantasmi hanno festa festa tornando ai loro affetti di sempre, impara uno “sguardo”, uno sguardo che oltrepassa. Così, in questi giorni, nei quali alcuni stolidi campanilisti battagliano preferendo una tradizione a un’altra, io battaglio per la Sicilia, che le tradizioni le ha sempre accolte tutte riuscendo a impastarle dolcemente, battaglio per il mio campanile siculo in cui i morti, vivissimi in questi giorni, abbandonano le divisioni e sono insieme monoteisti e pagani, idealisti e naturisti, escono dai cimiteri, camminano nelle nostre strade, si intrufolano nelle nostre case (intravisti dagli animali domestici che restano imbabolati dinanzi a presenze trasparenti, ma anche percepiti dal nostro sguardo allenato), facendo un falò in cui bruciano insieme l’incenso e le maschere di halloween (in siciliano aluin, o, nella versione più antiinfiammatoria, aulin). Loro sono tra di noi. Festeggiate i morti. In questi giorni i doni e i dolci non sono doni e dolci. Sono una chiave che apre il cielo. Adulti, non perdete questa chiave.

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