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BUONISTI SULLE SPALLE DEI MIGRANTI CHE SFRUTTIAMO

Di Ottavio Cappellani |

Quindi il procuratore Zuccaro non aveva tutti i torti. Nella vicenda dei migranti, la cui soluzione andrebbe approfondita e non lasciata nelle mani della tifoseria patriottica né del buonismo, una cosa mi ha colpito: la restituzione del barcone agli scafisti. Ho visto su facebook una persona, che altrimenti stimo, sentenziare: “Meglio dieci scafisti vivi che un migrante morto”. Dato che le morti le producono gli scafisti credo che il buonismo stia facendo saltare ogni logica. D’altronde il buonismo fa bene solo al buonista, che intorciniato nella propria boria di sembrare più buono di Gesu Cristo, non si preoccupa del nuovo schiavismo in atto: dalle condizioni in cui viene segregato il “negro”, allo sfruttamento del lavoro sottopagato; il buonismo “pro-negro” ricorda molto l’accoglienza e l’integrazione nei campi di cotone dell’America confederata.Mauro Corona, scrittore montanaro non certo di destra, è stato vittima nella sua casa a Erto e Casso sulle Dolomiti di una aggressione da parte di vandali. Corona li ha inseguiti con l’accetta. In molti si sono scandalizzati. Lo scrittore ha risposto parlando di cultura, ha detto più o meno che le nuove generazioni sono decerebrate, internet, la televisione, il parlare per slogan senza approfondire, li ha rimminchioniti. Adesso io mi chiedo (provocatoriamente ma non tanto): c’è differenza tra i vandali che per farsi belli invadono la casa di uno scrittore e quelli che per farsi belli urlano slogan buonisti alle spalle dei “negri”? Il buonismo è una forma di vandalismo?Antonio Presti, il mecenate, è stato vittima in rete di attacchi bullisti-buonisti per avere detto che l’ “integrazione” è una ciofeca. Come dargli torto: cosa vuoi integrare il migrante in una cultura come la nostra che sta andando a rotoli? Al posto della parola “integrazione” Presti consiglia di utilizzare “innesto”. Possiamo solo arricchirci dall’ “innesto” con altre culture, altri popoli. Ma parlare di integrazione è solo superbia altezzosa e tenera verso il povero “negretto” che non vede il buonismo che ha nelle proprie case cadute.

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